Nella catena di eventi che hanno accompagnato la caduta di Bashar Al-Assad in Siria, è iniziata una corsa di velocità su scala regionale. Ancor prima che il dittatore volasse a Mosca domenica 8 dicembre, in fuga da Damasco sul punto di essere invaso dai ribelli guidati dal gruppo Hayat Tahrir Al-Sham (HTC), le forze israeliane sono entrate sabato in territorio siriano con paracadutisti e fanti e unità cisterna. Hanno investito parte della “zona di separazione” tra lo Stato ebraico e la Siria, sotto il controllo dell’ONU da cinquant’anni, e si sono impadroniti del versante siriano del Monte Hermon. Culminante a più di 2.800 metri, questa eminenza offre una prospettiva panoramica su tutta la regione, dal Libano alla Siria, compresa Damasco, distante solo una quarantina di chilometri in linea d'aria.
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Questa posizione strategica è stata ottenuta senza sparare un colpo. In questa zona demilitarizzata si trovano almeno un migliaio di peacekeeper della Forza delle Nazioni Unite incaricati di osservare il disimpegno, ormai ridotti all'impotenza. Martedì mattina, notizie non confermate indicavano una possibile continuazione dell'avanzata israeliana oltre la zona cuscinetto, più in profondità nel territorio siriano, nel distretto di Qatana, a circa 25 chilometri da Damasco, secondo l'agenzia Reuters.
Lunedì ha insistito il ministro degli Esteri Gideon Saar “temporaneo” di questo dispiegamento militare nella cosiddetta zona di “disimpegno” (intesa, originariamente, a prevenire la ripresa degli scontri tra Israele e Siria alla fine della guerra del 1973). Lui ha sottolineato le preoccupazioni per la sicurezza, legate sia a possibili tentativi di incursione da parte di gruppi armati appartenenti alla coalizione ribelle, alcuni elementi dei quali sabato hanno preso il controllo della vicina Kuneitra, ma anche all'idea di prepararsi ad un possibile caos in Siria. Il provvisorio, però, rischia di durare, sollevando non pochi interrogativi.
“Violazione della Carta delle Nazioni Unite”
Domenica, sulle alture di Golan, Benjamin Netanyahu ha detto: “ Questa regione ha costituito per quasi cinquant'anni una zona cuscinetto, risultante da un accordo di separazione del 1974. Questo accordo è ormai obsoleto. I soldati siriani hanno abbandonato le loro posizioni. Abbiamo ordinato all'esercito di assumere il controllo per garantire che nessuna forza ostile si stabilisca vicino al confine con Israele. » L’Iran, che ha subito una grave battuta d’arresto con la caduta del suo vassallo Bashar Al-Assad, ha condannato questo movimento. “Questa aggressione è una flagrante violazione della Carta delle Nazioni Unite”ha dichiarato lunedì il portavoce della diplomazia iraniana, Esmaeil Baghaei, in un comunicato stampa.
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