Censura governativa: quale futuro per la transizione ecologica?

Censura governativa: quale futuro per la transizione ecologica?
Censura governativa: quale futuro per la transizione ecologica?
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Edito. Una settimana dopo la censura del governo Barnier, la Francia non ha più un governo… né un bilancio. Una situazione che nuoce alla necessaria trasformazione ecologica e sociale del Paese.

“La Francia attraversa una crisi democratica, politica, sociale, industriale” et “non c’è più un pilota sull’aereo”ha allertato Marine Tondelier, segretaria nazionale del partito ambientalista, prima del suo incontro con il Presidente della Repubblica il 9 dicembre. Difficile sintetizzare meglio la situazione! Una settimana dopo la censura del governo Barnier da parte di 331 deputati, la Francia non ha ancora un governo… né un bilancio.

Né budget, né tetto massimo

La prima è una questione di tempo. Perché se tutto il lavoro di bilancio del PLF2025 è ormai nullo, una legge speciale è comunque in preparazione e potrebbe addirittura essere presentata al prossimo consiglio dei ministri. In ogni caso, dovrà essere votato entro il 19 dicembre affinché ci sia un bilancio transitorio il 1° gennaio 2025. E questa purtroppo non è una buona notizia per la transizione ecologica. Certo, la censura cancella i colpi piallati di Ma prim’Renov, l’elettrificazione della flotta elettrica o il fondo verde per le comunità. Ma cancella anche le tasse sui biglietti aerei… Soprattutto non si tratta di ritornare al bilancio 2024 che era stato favorevole all’ecologia ma semplicemente, almeno inizialmente, di rinnovare il “solo crediti necessari per la condotta della vita della nazione”e le spese sopra menzionate non ne fanno parte, riferisce Context.

“Una Francia senza bilancio è una Francia ostacolata”ha sottolineato Agnès Pannier-Runacher, al microfono di RFI il 5 dicembre. Per il dimissionario ministro della Transizione ecologica la censura non risolve il problema “problema delle finanze pubbliche” e anche meno “emergenza ecologica”. Allora come possiamo andare avanti?, si chiedeva.

Questo è il punto. Perché è proprio il percorso politico che appare sempre più incerto, per una transizione ecologica di cui tuttavia è maggiormente necessaria. Ricordate che tre strategie principali sono attualmente in fase di consultazione – la strategia nazionale a basse emissioni di carbonio, la strategia di adattamento ai cambiamenti climatici e la legge di programmazione energetica pluriennale – e dovranno essere convalidate e sostenute da un governo per vedere la luce ed essere implementate. applicazione.

Mentre ci si aspetta un nuovo stop and go, a soli quattro mesi dallo scioglimento, del Consiglio Economico, Sociale e Ambientale “sollecitare” COSÌ “I partiti politici mettano da parte le agende politiche per concentrarsi sugli interessi del Paese e dei francesi” e così via “fornire soluzioni sostenibili alle sfide colossali che ci minacciano a livello economico, sociale e ambientale”.

Stop and Go che danneggia la transizione ecologica

Non sono sicuro che verrà ascoltato. Nel frattempo, le ONG ambientaliste e le aziende coinvolte nella trasformazione ecologica e sociale si stanno strappando i capelli. Perché se le conquiste ambientali e sociali del governo Barnier lo sono state soprattutto “sinonimo di battute d’arresto”, “Il cambiamento climatico e i suoi drammatici impatti non possono aspettare” la nomina di un prossimo governo e dovrà farlo “Recuperare il ritardo con la transizione ecologica“, sottolinea il Climate Action Network.

Da parte loro, le organizzazioni dei datori di lavoro e degli imprenditori, di ogni sensibilità, lo chiedono all’unanimità “stabilità e visibilità”. “Da giugno regna il caos e questa instabilità sarà prolungata in seguito a questa mozione di censura. Ma dove stiamo andando? Abbiamo attività da gestire, attività che sono nel limbo da mesi. La perdita di fiducia è totale. Possiamo solo constatare lo scollamento della classe politica dal resto della società”esclama il presidente del CJD (Centro per i Giovani Leader), Mathieu Hetzer.

“Gli imprenditori locali, quelli delle piccole e medie imprese, non prosperano nel caos. Giocando con istituzioni e prospettive economiche sono in gioco migliaia di posti di lavoro”avverte l’imprenditore. Per quanto riguarda il movimento Impact , chiama “ad una transizione rapida e pacifica per preservare un minimo di stabilità economica” e insiste “sulla necessità di rilanciare rapidamente il dibattito sul bilancio per adottare soluzioni di buon senso in risposta alle sfide che il Paese e il mondo economico si trovano ad affrontare”.

In questa fase, unico punto di avanzamento: lo avrebbe proposto il presidente della Repubblica “un incontro di diverse forze politiche” che potrebbe avvenire già martedì. E “la soluzione non poteva più basarsi su un accordo con la Marina Militare”, riferisce Marine Tondelier a France Info. Resta da vedere quali partiti saranno presenti nel nuovo governo e quali nuovi equilibri ne potrebbero derivare.

Illustrazione: tela

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