Un sostenitore Houthi tiene in mano un poster di Yahya Sinwar, capo del movimento islamico palestinese Hamas, durante una protesta in occasione del Giorno di Gerusalemme a sostegno dei palestinesi nella Striscia di Gaza, a Sanaa, Yemen, venerdì 5 aprile 2024. (AP Photo/Osamah Abdulrahman)
È un messaggio di pace, o almeno di speranza. Non essendo l’ennesimo documentario che ripercorre la febbrile storia delle relazioni tra Israele e Palestina, questo film in tre parti mira a esporre tutte le ragioni che hanno contribuito a perpetuare questo ciclo di tensioni che sembra, per alcuni, insormontabile.
Per raggiungere i suoi obiettivi, il giornalista franco-israeliano Charles Enderlin si è dato i mezzi riunendo davanti al suo microfono un cast impressionante, da un ex agente del Mossad ad un attivista del Likud, compreso il nipote di Yasser Arafat, attualmente diplomatico, accademici, deputati , medici, ecc.
“Ogni opportunità di progresso è stata minata da estremisti, meschina politica e fanatismo religioso da entrambe le partistima Charles Enderlin su France TV. Nonostante la loro reciproca animosità, gli estremisti israeliani e palestinesi sono, sebbene antagonisti, fondamentalmente interdipendenti.“
La prima puntata (21:05) approfondisce le origini del conflitto, a metà del XX secoloe secolo, quando la creazione di Israele diede origine alla Guerra dei Sei Giorni e poi all’occupazione dei territori palestinesi.
La seconda (ore 22:00) si concentra su alcuni tentativi di far fallire i piani degli accordi di pace firmati a Oslo attraverso la pianificazione di attacchi suicidi da parte di Hamas da un lato o l’assassinio del primo ministro israeliano Yitzhak Rabin da parte di un terrorista sionista dall’altro. altro.
Infine, il terzo episodio (22:55) decifra la strategia messa a punto da Ariel Sharon al momento del ritiro dell’esercito israeliano da Gaza nel 2005. L’ex primo ministro israeliano e il suo successore Benjamin Netanyahu avrebbero così facilitato lo sviluppo di Hamas con l’obiettivo di impedendo la creazione di uno Stato palestinese… ma senza pensare che il movimento islamista e nazionalista possa riprendere le sue azioni militari.