Il governo Barnier in grazia, a soli due mesi dalla sua nomina. Questo mercoledì, alle 16, si discuteranno le due mozioni di censura presentate dalla sinistra e dall’estrema destra, in seguito all’utilizzo, lunedì da parte del governo, della misura 49.3 sulla legge di finanziamento della previdenza sociale 2025 (PLFSS). Se una di queste due mozioni viene adottata, il Primo Ministro dovrà poi presentare le dimissioni al Presidente della Repubblica, ai sensi dell’articolo 50 della Costituzione.
E dopo? Entro quanto tempo il Presidente della Repubblica sarà costretto a nominare un nuovo capo del governo? L’articolo 8 della Costituzione, che ad esso fa riferimento, non fissa alcun termine entro il quale il capo dello Stato può adempiere a tale compito. “Il Presidente della Repubblica nomina il Primo Ministro. Termina dalle sue funzioni alla presentazione da parte sua delle dimissioni del governo. afferma semplicemente questo articolo.
Nessun ritardo
Lo dimostra la nomina – tardiva – dello stesso Michel Barnier, avvenuta il 5 settembre, ossia 51 giorni dopo che il presidente della Repubblica aveva accettato le dimissioni del suo predecessore, Gabriel Attal, il 16 luglio. Nel frattempo, Attal è rimasto Primo Ministro dimesso, incaricato degli Affari Attuali, battendo il record di durata di un Primo Ministro in questo status sotto la Quarta e la Quinta Repubblica. Questa mancanza di ritardo vale anche per la formazione del governo. Sempre secondo l’articolo 8, “su proposta del Primo Ministro, [le président de la République] nomina gli altri membri del Governo e pone fine alle loro funzioni”. Senza riferirsi, quindi, ad una durata.
Solitamente, come abbiamo già scritto, le nomine del resto dell’esecutivo “si verificano entro quarantotto-settantadue ore” dopo la nomina del primo ministro, ha spiegato la costituzionalista Anne Levade (Università di Parigi-I-Panthéon-Sorbonne). Ma il contesto dell’epoca – una maggioranza irraggiungibile in Assemblea – rendeva l’esercizio necessariamente più complicato, e quindi più lungo.
Accelerazione del presidente?
Tuttavia, questa situazione non è cambiata da allora (e non potrà cambiare prima, nella migliore delle ipotesi, del 7 luglio 2025, data in cui il Presidente potrà sciogliere nuovamente l’Assemblea Nazionale). Essa si rivela ancora più bloccata, poiché una mozione di censura dimostrerebbe che questa configurazione di governo è politicamente impraticabile. Nel frattempo anche i ministri restano in carica e si occupano, come il primo ministro, dell’attualità.
Resta il fatto che se non è prevista alcuna scadenza, per la nomina del Primo Ministro come per quella del resto del governo, una scadenza potrebbe costringere il Presidente ad accelerare: la necessaria adozione del PLFSS per il 2025, e il suo equivalente per il Stato, la legge finanziaria (PLF), entro la fine dell’anno. A meno che non si consideri che questa missione rientra nel campo dell’attualità, che questo esecutivo dimissionario potrebbe svolgere. Con questa riserva – politica – che Barnier è stato proprio censurato sul PLFSS.