Mike Dolan fornisce un aggiornamento sui mercati statunitensi e globali per la giornata a venire.
Il dollaro ha iniziato dicembre ai massimi, aiutato dal sostegno di Donald Trump allo status di riserva globale, mentre l’euro ha vacillato a causa delle tensioni politiche in Francia e lo yuan cinese è crollato a causa delle nuove aspettative di allentamento nel paese.
Mentre i mercati americani si stanno seriamente riprendendo dal Ringraziamento per iniziare l’ultimo mese di un anno eccezionale, il dollaro ha ritrovato il suo dinamismo dopo una tiepida settimana di vacanza per il biglietto verde.
Senza alcuna ragione apparente, l’ultimo sfogo sui social media del presidente eletto ha messo in guardia il blocco BRICS dei paesi in via di sviluppo dall’introdurre una valuta rivale al dollaro nel commercio globale, aggiungendo che se lo avessero fatto, avrebbero dovuto affrontare tariffe del 100%.
Sebbene la minaccia commerciale sembrasse teorica, ha avuto un certo peso sui mercati che avevano ipotizzato che una seconda presidenza Trump sarebbe stata apertamente favorevole all’indebolimento del valore del dollaro. Lo status di riserva e il valore del tasso di cambio sono due cose diverse, ovviamente, ma i commenti sembrano comunque sostenere la valuta.
Più nell’immediato, il balzo dello 0,5% dell’indice del dollaro di lunedì è stato in gran parte alimentato dalla ricaduta dell’euro, con i mercati che scontano il rischio di un collasso del governo francese.
Il partito di estrema destra Rassemblement National sosterrà probabilmente una mozione di censura contro il governo salvo un “miracolo dell’ultimo minuto”, con Marine Le Pen che ha dato tempo fino a lunedì al primo ministro Michel Barnier per cedere alle richieste della RN nell’ambito di una contrattazioni prolungate sul piano di bilancio annuale.
Lunedì l’euro ha perso quasi un centesimo, prima di risalire sopra 1,05 dollari, e il CAC 40, il benchmark francese, è sceso di oltre l’1%.
Eppure il debito sovrano francese, nell’occhio del ciclone, appare più calmo: i rendimenti nominali a 10 anni sono scesi al livello più basso in un mese e i premi rispetto agli equivalenti tedeschi sono aumentati leggermente rispetto ai livelli attuali venerdì.
Il calo degli oneri finanziari è in parte legato alle maggiori aspettative di allentamento da parte della Banca Centrale Europea, mentre l’economia della zona euro è in difficoltà e l’attività manifatturiera tedesca si contrae a causa delle difficoltà nel settore automobilistico, delle preoccupazioni commerciali e dell’ansia elettorale.
I rendimenti dei bund tedeschi sono scesi al livello più basso dall’inizio di ottobre, avvicinandosi al 2% per la prima volta da gennaio.
Ma l’altro balsamo per le obbligazioni francesi è stato il sollievo che Standard & Poor’s venerdì ha mantenuto il suo rating sul debito sovrano a lungo termine della Francia ad “AA-” e ha mantenuto le sue prospettive stabili.
A crollare non sono stati solo i rendimenti dei titoli di stato in euro.
Nonostante i sondaggi economici più positivi in Cina nel fine settimana, che hanno aiutato gli indici azionari di riferimento a sovraperformare lunedì, le intense speculazioni su un ulteriore allentamento da parte della Banca popolare cinese hanno fatto precipitare per la prima volta i rendimenti a 10 anni sotto la soglia del 2%, più di 220. punti base al di sotto degli equivalenti americani.
Questa mossa, mentre la PBOC tenta di portare i tassi di deposito offerti dalle banche alle società di intermediazione e alle società di fondi in linea con il tasso repo ufficiale dell’1,5%, ha causato la caduta dello yuan offshore al livello più basso da luglio.
Sono diffuse le speculazioni secondo cui la Cina risponderà a eventuali ulteriori aumenti tariffari da parte dell’amministrazione Trump consentendo uno yuan più debole, che compenserà in parte l’impatto sulle sue esportazioni verso gli Stati Uniti.
Ma prima di arrivare a questo, lunedì erano attese nuove restrizioni al commercio USA-Cina, con gli Stati Uniti che avrebbero lanciato la terza repressione in tre anni sull’industria cinese dei semiconduttori, riducendo le esportazioni a 140 aziende, tra cui il produttore di apparecchiature per chip Naura Technology Group, tra le altre misure.
Tornando a Wall Street, la nuova settimana porta con sé un’altra analisi critica degli aggiornamenti sul mercato del lavoro, ora al centro delle riflessioni della Federal Reserve mentre si avvicina alla riunione finale dell’anno e dopo l’insolita debolezza delle buste paga in ottobre.
Dopo diverse riduzioni nel mercato del lavoro durante la settimana, venerdì verrà pubblicato il rapporto sull’occupazione di novembre. Si prevede che la crescita del personale sia tornata a 183.000 nel corso del mese, rispetto ai magri 12.000 registrati in ottobre.
Tuttavia, come i titoli sovrani, i rendimenti dei titoli del Tesoro USA, che sono crollati drasticamente nell’ultima settimana e che hanno sfidato molte previsioni post-elettorali, rimangono moderati all’alba di lunedì. I dati chiave relativi all’industria manifatturiera statunitense per l’ultimo mese saranno attesi più avanti dall’ISM e dall’S&P Global.
I futures sulle azioni statunitensi, che hanno chiuso la settimana abbreviata ai massimi venerdì scorso, sono scesi leggermente prima della campana.
Le azioni di Stellantis sono scese di quasi il 9% al minimo di due anni dopo le improvvise dimissioni del CEO Carlos Tavares domenica, aggravando le preoccupazioni degli investitori per la svolta della quarta casa automobilistica più grande del mondo.
I principali sviluppi che dovrebbero orientare i mercati statunitensi più tardi lunedì:
* Indagini ISM e S&P Global sull’industria manifatturiera statunitense nel mese di novembre, sulla spesa per l’edilizia nel mese di ottobre.
*Interverranno il governatore della Federal Reserve Christopher Waller e il presidente della Fed di New York John Williams.
* Risultati delle società americane: Zscaler
* Il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock visita la Cina