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Luc Jose A.
Con una nuova escalation verbale, Donald Trump, presidente eletto degli Stati Uniti, ha scosso i mercati globali. Quest’ultimo, infatti, ha minacciato di imporre dazi doganali del 100% ai paesi dell’alleanza BRICS. Questa dichiarazione avviene in un contesto economico teso, in cui il dollaro, pilastro del commercio internazionale, è sempre più contestato dalle potenze emergenti. Una simile sfida allo status quo monetario potrebbe rimodellare l’equilibrio geopolitico globale, ma portare anche a significative turbolenze economiche.
Trump difende la supremazia del dollaro
Trump ha utilizzato il suo Truth Social network per formulare una nuova minaccia. Ha detto: “Chiediamo che questi paesi si impegnino a non creare una nuova valuta BRICS o a sostenere un’altra valuta per sostituire il potente dollaro americano”. Secondo lui, qualsiasi tentativo in questa direzione comporterebbe sanzioni immediate, tra cui massicci dazi doganali e l’esclusione dal mercato americano. Questa posizione rientra nella già nota strategia economica “America First”, che mira a tutelare l’egemonia degli Stati Uniti sulla scena commerciale mondiale.
Le implicazioni immediate di questa affermazione sono chiare. Se implementate, queste tasse commerciali potrebbero aumentare in modo significativo i costi di importazione negli Stati Uniti e portare a un’inflazione più elevata e a tensioni nelle catene di approvvigionamento globali. Tuttavia, gli osservatori sottolineano che l’impatto potrebbe anche volgersi contro gli Stati Uniti, il che complicherebbe le relazioni diplomatiche e commerciali con molti dei suoi partner strategici.
Il progetto BRICS e le sue sfide
I BRICS cercano da anni di ridurre la loro dipendenza dal dollaro, visto come strumento di dominio politico ed economico degli Stati Uniti. Così, durante il recente vertice di Kazan, Vladimir Putin ha ribadito questa ambizione, anche se ha moderato le speranze per una moneta comune. Ha poi dichiarato che “un’iniziativa del genere non è ancora matura”. Il progetto rimane, per il momento, una riflessione strategica più che una realtà operativa.
Nonostante le loro ambizioni, i BRICS devono affrontare molte sfide interne. L’eterogeneità economica e le controversie politiche tra i membri complicano il coordinamento necessario per un simile progetto. Tuttavia, questa ricerca illustra un crescente desiderio di promuovere un mondo multipolare, dove le regole non sarebbero più dettate esclusivamente dalle grandi potenze occidentali. Se gli Stati Uniti scegliessero di isolare economicamente questi paesi, potrebbero accelerare questo processo, con effetti imprevedibili per l’economia globale.
La minaccia di Donald Trump costituisce una svolta importante nel rapporto tra gli Stati Uniti e i BRICS. Anche se le ambizioni di questi ultimi restano per il momento embrionali, un’escalation commerciale rischierebbe di destabilizzare l’economia mondiale e rimodellare gli equilibri dei poteri economici. La domanda rimane: questa situazione di stallo porterà benefici agli Stati Uniti nel lungo termine o accelererà la transizione verso un nuovo ordine economico globale?
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Luc Jose A.
Laureato a Sciences Po Toulouse e titolare di una certificazione di consulente blockchain rilasciata da Alyra, ho aderito all’avventura Cointribune nel 2019. Convinto del potenziale della blockchain di trasformare molti settori dell’economia, mi sono preso l’impegno di sensibilizzare e informare il generale pubblico su questo ecosistema in continua evoluzione. Il mio obiettivo è consentire a tutti di comprendere meglio la blockchain e cogliere le opportunità che offre. Mi sforzo ogni giorno di fornire un’analisi obiettiva degli eventi attuali, di decifrare le tendenze del mercato, di trasmettere le ultime innovazioni tecnologiche e di mettere in prospettiva le questioni economiche e sociali di questa rivoluzione in corso.