Una testimonianza commovente – La Loupe (28240)

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Deportata perché ebrea all’età di 15 anni, nei campi di sterminio nazisti, Esther Senot, 97 anni, racconta instancabilmente quanto lontano nella barbarie e nella tradizione, l’antisemitismo e il razzismo avrebbero potuto condurre l’uomo.

U Un centinaio di studenti del terzo anno del collegio Jean-Monnet di La Loupe e Authon-du-Perche, i loro insegnanti e alcuni funzionari eletti hanno incontrato, venerdì pomeriggio, Esther Senot, ex deportata e sopravvissuta ad Auschwitz durante la Seconda Guerra Mondiale.

Charlie Bertel, professore di storia e geografia al collegio di La Loupe, lo ha invitato per la 3 e anno, per venire a raccontare la sua tragica storia davanti ai giovani di 13-14 anni. Aveva la loro età quando la sua vita cambiò…

Una promessa fatta a sua sorella

I suoi genitori erano ebrei polacchi. “Eravamo emigrati in Francia. Ci siamo stabiliti nel quartiere Belleville di Parigi, un quartiere operaio», esordisce davanti all’assemblea riunita nel municipio. Per due ore Esther Senot ha raccontato la sua storia, iniziata più di 80 anni prima, ai tempi dell’occupazione tedesca. Ricordi terribili segnati dall’ascesa del razzismo e dell’antisemitismo, dalla creazione dello “status degli ebrei”, all’uso della stella gialla fino al rastrellamento del Vel’d’Hiv da cui scappò il 16 e luglio 17, 1942 ma che resta la tragedia della sua vita: non rivedrà mai più i suoi genitori.

Arrestata e internata a Drancy nel luglio 1943, fu deportata in settembre nei campi di lavoro forzati tedeschi dove assistette allo scatenamento del fanatismo nazista, comprese le camere a gas…

È una delle rare sopravvissute tornate dai campi di sterminio nazisti di Birkenau e Auschwitz dove fu deportata tra i 15 e i 17 anni.

Malata di tifo, pesava 32 chili quando fu liberata. Oggi, a 97 anni, Esther Senot continua a onorare la promessa fatta alla sorella uccisa come milioni di deportati, quella di “testimoniare” l’orrore indicibile della barbarie nazista e la mancanza di rispetto della dignità umana tra le giovani generazioni.

Un dovere di memoria necessario in un momento di rinascita dei nazionalismi, per illuminare il presente e costruire un mondo di pace e di fraternità.

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