L’attore, nato a Montreuil-sous-bois, in Seine-Saint-Denis, l’8 febbraio 1949, è morto domenica 1È Dicembre di mattina a Ville-d’Avray (Hauts-de-Seine), all’età di 75 anni. Questa personalità forte, dal carattere riservato e intransigente, capace di instillare il terrore attraverso alcuni dei suoi personaggi, è nata in un ambiente modesto – padre operaio, madre dattilografa – con una certa ironia della storia.
Suo padre, Knud, di nazionalità danese, era infatti fuggito dal suo Paese invaso nell’aprile 1940 dalle truppe naziste. Eccolo in Francia, con i tedeschi alle calcagna. In procinto di imbarcarsi da Le Havre per gli Stati Uniti, fa una deviazione a Parigi, dove l’amore lo raggiunge inaspettatamente sulla terrazza di un caffè, sotto le sembianze di Yvonne Turmel. Non parla una parola di francese, ma la sua fuga si fermerà di colpo a Parigi. E Niels nascerà, nell’immediato dopoguerra, da questo amore un po’ miracoloso, nato tra le fiamme dell’inferno, e a maggior ragione per caso, poiché i suoi genitori avevano già avuto un figlio ciascuno prima di lui.
Il giovane Niels è solitario, tende a proteggersi. Lo ha spiegato di nuovo nel 2019 a Mondo : « Ho ancora un po’ di difficoltà nell’approccio con gli altri, anche se adesso le cose sono più facili. Resta il fatto che la mia sensibilità deriva anche da questa particolare emozione, la solitudine, che mi è servita molto. Senza di lei, non avrei fatto quello che ho fatto”. Il giovane abbrevia i suoi studi e, come suo padre in quelli di Yvonne, si getta un po’ per caso tra le braccia del teatro, che apprende, come tanti attori della sua generazione, da Tania Balachova, discepola del drammaturgo e il teorico Constantin Stanislavski. Lui stesso ha fondato nel 1988 la propria scuola di formazione per attori: l’École du Passage.
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Una tempesta rimbomba sotto la dolcezza
Membro di una troupe belga negli anni ’60, trascorse il decennio successivo alla ricerca di se stesso in progetti agli antipodi. Testi classici e repertorio moderno, esplora entrambi. È tagliato per incarnare personaggi tormentati, opachi e paradossali. Nel 1976 fece parte dell’avventura Gilles de Rais l’Infameun’opera teatrale di Roger Planchon. Nel 1978 giocò nel Alta sorveglianzaun testo del sulfureo Jean Genet. Cechov, però, è l’autore che più gli è rimasto impresso; lo interpreta più volte e, grazie a lui, fa una notevole apparizione ai Bouffes du Nord.
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