Lo Stato mette in guardia per mettere meglio in sicurezza la diga

Lo Stato mette in guardia per mettere meglio in sicurezza la diga
Lo Stato mette in guardia per mettere meglio in sicurezza la diga
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Situato tra i bracci del Rodano, in una pianura alluvionale, il comune di Caderousse è ampiamente esposto alle piene del fiume. Nel 1856, una violenta alluvione sommerse quasi tutta la città, fino a un’altezza di 3,3 m che la fragile diga dell’epoca riusciva a malapena a sostenere. Una svolta nella storia di Caderousse poiché tra il 1860 e il 1866 fu eretta l’attuale diga alta dai 3 ai 4 m, che oggi circonda tutto il centro storico per 1,7 km, servita da due porte. Dal 2001 è addirittura classificato come monumento storico.

Un sistema gestito oggi dalla Comunità dei Comuni del Paese Unito d’Orange (CCPRO), presieduta dal sindaco di Orange, Yann Bompard (Ligue du sud). Due anni fa, lo Stato ha aggiornato i requisiti normativi su questo “sistema di contenimento che protegge il centro storico dalle inondazioni del Rodano”. Oggi, però, sembra che non tutto sia a norma. È quanto ne trae la prefettura che, con decreto del 15 novembre, ha dato formale diffida al CCPRO a rispettare tutte le disposizioni.

Lo scorso giugno un ispettore ambientale ne trovò due” violazioni » : l’assenza « scala limnimetrica [qui mesure le niveau de surface de l’eau] ulteriormente visibile dalla passerella, consentendo un intervallo di misurazione del livello dell’acqua più ampio “, ma anche l’assenza” aggiornamento dello studio di pericolosità, al fine di verificare la stabilità della diga di contenimento in caso di terremoto e verificare l’assenza di rischio di liquefazione della stessa ».

Dalla data del decreto la prefettura concede al CCPRO 4 mesi per installare la scala e 10 mesi per aggiornare lo studio. Altrimenti, ” indipendentemente dal procedimento penale, nei confronti del gestore possono essere adottati i provvedimenti di polizia previsti dal Codice dell’Ambiente. “. In breve, lo Stato deve eseguire in automatico i lavori richiesti e inviare la fattura al CCPRO. Alla richiesta, quest’ultimo non ha saputo rispondere.

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