Il gruppo BRICS comprende nove paesi, tra cui Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa.
Questo blocco di potenze desidera ridurre il dominio occidentale in un mondo che considera “multipolare”.
In campo finanziario questo gruppo ha studiato come fare a meno del dollaro, che funge da valuta di riferimento per il commercio mondiale. Questi paesi hanno in particolare preso in considerazione la creazione di una propria moneta comune.
Ma questo progetto, che comporterebbe la rinuncia di parte della propria sovranità all’interno di un gruppo di paesi molto eterogenei, è ancora molto lontano dall’essere completato.
Durante il vertice dei BRICS a Kazan (Russia) alla fine di ottobre, il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato di rinunciare, per il momento, alla creazione di una moneta unica comune, ritenendo che tale idea “non sia ancora matura”.
Dopo la sua elezione contro Kamala Harris all’inizio di novembre, Donald Trump entrerà in carica il 20 gennaio alla Casa Bianca.
Ma anche prima di questa data, il presidente eletto sta aumentando le minacce di aumento dei dazi doganali contro diversi paesi, il che fa temere una vasta guerra commerciale in grado di penalizzare la crescita globale.
Il miliardario repubblicano lo utilizza soprattutto come strumento di pressione diplomatica.
Lunedì la tribuna ha affermato di voler imporre dazi doganali del 25% su tutti i prodotti importati negli Stati Uniti al Messico e al Canada, nonostante l’accordo di libero scambio in vigore tra Washington e questi due paesi.
Trump ha promesso che manterrà in vigore la sovrattassa “fino a quando le droghe, in particolare il fentanil, e tutti gli immigrati clandestini non fermeranno questa invasione del nostro Paese!”