Lo stato delle autostrade in concessione “è oggettivamente buono”, sottolinea l'ente regolatore, con strutture in condizioni migliori rispetto alla rete non concessionaria.
Le società concessionarie autostradali dovrebbero spendere fino a 10,3 miliardi di euro in investimenti per mantenere le infrastrutture in buono stato entro la scadenza dei loro contratti, prevista tra il 2031 e il 2036, raccomanda l'Autorità di regolamentazione dei trasporti (ART) in un rapporto pubblicato sabato.
“Gli obblighi di fine contratto devono essere specificati per consentirne il buon adempimento”, spiega l'ART, che ritiene che i contratti siano sia “incompleti” che “ambigui”. Propone di sostenere lo Stato “nell'attuazione di questo progetto complesso e senza precedenti”.
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Il modello concessionario è “un sistema efficiente, dove l'utente è il pagatore, che garantisce che il concessionario disponga dei fondi necessari per il mantenimento delle infrastrutture e il finanziamento degli investimenti”, indica in premessa l'ART.
Lo stato delle autostrade concessionarie “è oggettivamente buono”, sottolinea, con strutture in condizioni migliori rispetto alla rete non concessionaria.
Fine imminente dei contratti
D'altro canto, l'imminente scadenza dei contratti per le sette principali concessioni – che rappresentano oltre il 90% delle autostrade assegnate – richiede di definire il quadro.
Questa scadenza “richiede un lavoro senza precedenti, la cui posta in gioco è misurata in miliardi di euro”, afferma l’ART.
La durata di queste concessioni – oggi gestite dai gruppi Vinci, Abertis ed Eiffage – va dai 65 ai 74 anni, dopo una serie di proroghe.
Secondo l'ART, lo Stato deve notificare “un programma di manutenzione e rinnovo (…) sette anni prima della scadenza della concessione”. Al concessionario spetta poi il compito di attuarla “negli ultimi cinque anni di concessione”.
Anche la Sanef (Società delle autostrade del Nord e dell'Est della Francia) dovrà ricevere queste raccomandazioni a breve, il suo contratto scade alla fine del 2031.
Le società concessionarie autostradali “oggi spendono 800 milioni di euro all'anno per la manutenzione delle infrastrutture”, indica l'ART, ovvero 4 miliardi in cinque anni.
Sforzo extra
Ma l'autorità raccomanda “uno sforzo di manutenzione aggiuntivo” stimato in 1,2 miliardi di euro “sul solo perimetro delle strade e delle strutture” per garantire la continuità del servizio mentre un nuovo attore potrebbe impiegare tempo per identificare i punti deboli delle infrastrutture.
I contratti di concessione, infine, prevedono investimenti, come l'ampliamento della corsia (passaggio da 2×2 a 2×3 corsie) che non sono mai stati realizzati.
“Secondo le rilevazioni si tratterebbe di un investimento che potrebbe spettare ai concessionari tra 0,4 e 5,1 miliardi di euro”, secondo l'ART. Secondo lei bisognerebbe mantenere la fascia alta, “la più favorevole per gli utenti”.
Ma conclude affermando che spetta allo Stato scegliere quale scenario mantenere, “se necessario sotto il controllo di un giudice”.