Intervenendo giovedì 28 novembre, al termine dell’incontro dei paesi dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO) – un’alleanza militare che riunisce diverse ex repubbliche sovietiche – che si è svolto ad Astana, in Kazakistan, Vladimir Putin ha ribadito le sue minacce utilizzare il nuovo missile a medio raggio russo, l'Orechnik, in risposta ai missili occidentali lanciati dall'Ucraina contro il suo paese.
Con grande gioia della stampa patriottica, il capo di Stato russo non ha escluso che questo nuovo missile venga utilizzato per distruggere “centri decisionali” a Kiev – un eufemismo per gli edifici ufficiali – descrivendo nel dettaglio le caratteristiche devastanti dell’Orechnik. “Vladimir Putin ha parlato con immenso orgoglio dell’Orechnik”, sottolinea il tabloid vicino al Cremlino Komsomolets di Mosca. Non avrebbe equivalenti al mondo, sarebbe impossibile da intercettare e, sparato a salve, sarebbe di grande effetto “potenza paragonabile a un attacco nucleare”, elenca il giornale.
Mentre Vladimir Putin dipingeva questo quadro apocalittico, il patriarca russo Kirill interveniva nella sessione plenaria di Mosca il 26e congresso del Consiglio mondiale del popolo russo, organizzazione guidata dalla Chiesa ortodossa e sostenitrice “rinascita spirituale” del paese. Dall'inizio della guerra in