Dopo l’Ucraina, ora è in Siria che i droni fanno esplodere i carri armati russi (video)

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L’offensiva delle forze ribelli islamiste in Siria contro il regime di Bashar al-Assad è stata caratterizzata da una serie di attacchi di droni. Sui social media sono stati pubblicati video di attacchi a diversi modelli.

Dopo anni di relativa calma in Siria, mercoledì scorso ha avuto luogo un’importante offensiva dei ribelli nei pressi di Aleppo, che proseguirà il 29 novembre 2024. Il gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham e altre fazioni armate hanno lanciato questa operazione contro le forze del Bashar Il regime di El-Assad e le milizie filo-iraniane che lo sostengono. Secondo quanto riferito, anche i soldati russi sarebbero stati presi di mira dagli spari.

Si ritiene ora che i ribelli siano entrati ad Aleppo, la seconda città della Siria. L’esercito di Bashar al-Assad sarebbe stato colto di sorpresa da un attacco rapido, caratterizzato da molteplici attacchi di droni. In queste operazioni è stata utilizzata anche un’ampia gamma di droni. Nelle immagini recuperate dai social network possiamo osservare una prima salva di ordigni kamikaze con motori a reazione, più veloci e dotati di una carica esplosiva più pesante.

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Il modello del drone non è stato ancora identificato. Nella guerra russo-ucraina furono utilizzati due tipi di veicoli a reazione:

Droni direttamente ispirati ai combattimenti in Ucraina

Le Brigate Al-Shaheen, membri della coalizione ribelle, trasmettono video di attacchi di droni in visione FPV (Immersive Onboard Camera) contro le basi del regime nella periferia nord-ovest della città di Aleppo. I primi modelli trasportano proiettili che possono lanciare sugli obiettivi, prima di schiantarsi direttamente contro gli edifici che, secondo i video, dovrebbero essere il quartier generale dell’esercito del regime. Queste brigate sarebbero supportate dall’esercito turco.

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Altri estratti pubblicati sui social network mostrano tecniche più comuni con droni commerciali modificati a cui sono stati attaccati proiettili. Questi servono anche come droni suicidi.

Infine, un’ultima tattica, ormai classica, prevede il lancio di granate anti-corazza contro i carri armati. Gli esplosivi vengono lanciati dai dispositivi stampati in 3D. Da notare che molti carri armati sono di fabbricazione russa e hanno già mostrato i loro punti deboli contro i droni in Ucraina.

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Una granata lanciata su un carro armato del governo siriano. // Fonte: X

Armi e droni dell’esercito russo

Altre immagini mostrano il bottino catturato dai ribelli islamici, presumibilmente ottenuto dopo un’imboscata alle forze armate russe. Un AK74M delle forze armate russe viene mostrato in una foto, insieme a un lotto di droni FPV esplosivi. Questi dispositivi vengono utilizzati anche dall’esercito del regime al potere. In una foto è visibile anche un fucile per disturbare i droni di fabbricazione russa.

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Un ribelle siriano abbatte un drone suicida
type="image/webp">Droni e un fucile jammer per droni catturati dalle forze ribelli. // Fonte: X>Droni e un fucile jammer per droni catturati dalle forze ribelli. // Fonte: X
Droni e un fucile jammer per droni catturati dalle forze ribelli. // Fonte: X

La Russia ha sostenuto militarmente il regime siriano dall’inizio della guerra civile 12 anni fa. Molti mercenari furono inviati da Mosca e potrebbero risiedere ancora nel paese.

La situazione sembra tuttavia evolversi rapidamente e gli scontri sono ancora intensi nella periferia di Aleppo.


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