Aggiunge il cambiamento di tendenza, l’analista, il contesto
Londra (awp/afp) – I prezzi del petrolio oscillano venerdì, a causa del calo della produzione a settembre negli Stati Uniti, dopo essere partiti in rosso per il rinvio della riunione semestrale dell’Opec+, suggerendo divergenze interne.
Intorno alle 16:55 GMT (17:55 CET), il prezzo di un barile di Brent del Mare del Nord, con consegna a gennaio, che è l’ultimo giorno di negoziazione, ha perso lo 0,20% a 73,13 dollari.
Il suo equivalente americano, il barile di West Texas Intermediate (WTI), con consegna lo stesso mese, ha guadagnato lo 0,20% a 68,85 dollari.
Il consenso degli analisti è ancora allineato alla continuazione di ulteriori tagli volontari da parte dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) e dei loro alleati, uniti nell’OPEC+.
Ma il rinvio dell’incontro ha instillato l’idea che “una decisione shock” per aumentare la produzione del cartello, “in una guerra dei prezzi per difendere la sua quota di mercato globale”, fosse ancora possibile, dice l’analista Han Tan di Exinity.
Alcuni Paesi, come gli Emirati Arabi Uniti e il Kazakistan, vorrebbero sviluppare nuovi progetti petroliferi e stanno spingendo per produrne di più.
L’incontro dei 22 ministri dell’Opec+, inizialmente previsto online domenica, è stato rinviato a giovedì prossimo, ufficialmente perché “diversi ministri parteciperanno al 45esimo vertice del Golfo” questo fine settimana in Kuwait, ha affermato l’Opec in un comunicato stampa.
Ma, secondo gli analisti, si tratterebbe soprattutto di guadagnare tempo affinché i paesi membri raggiungano un accordo.
Sul piano geopolitico, la tregua tra Israele e Hezbollah in Libano, in vigore da mercoledì, ha contribuito a far scendere parte del premio di rischio che stava facendo salire il prezzo dell’oro nero.
Tuttavia “qualsiasi sviluppo in Medio Oriente potrebbe cambiare questa situazione”, avvertono gli analisti di Energi Danmark.
Inoltre, i dati pubblicati sulla produzione americana di settembre mostrano un leggero calo di 157.000 barili al giorno rispetto a quello di agosto, secondo i dati dell’American Energy Information Agency (EIA).
Inoltre, secondo l’EIA, “le scorte di greggio statunitensi sono diminuite di 1,8 milioni di barili la scorsa settimana”, ponendo fine a una serie di aumenti durata tre settimane.
Il calo delle riserve di petrolio greggio è un fattore che sostiene i prezzi dell’oro nero.
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