Sì, l’intelligenza artificiale può essere una leva per lo sviluppo dei dipendenti

Sì, l’intelligenza artificiale può essere una leva per lo sviluppo dei dipendenti
Sì, l’intelligenza artificiale può essere una leva per lo sviluppo dei dipendenti
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12 Paesi, 15.600 partecipanti… e questa constatazione elaborata per la seconda volta dallo studio HP: in Francia, solo 1 dipendente su 5 (21%) afferma di avere un rapporto buono, “sereno e produttivo” con il proprio lavoro. I più giovani, la Generazione Z, sono gli unici a vantare un punteggio del 28%, identico alla media mondiale.

Sei idee per prosperare sul lavoro

E questo è ancora più spiacevole questo è il punto più importante per gli intervistati, che vorrebbero sentirsi più “realizzati nel proprio lavoro”: il 75% dei francesi mette la realizzazione sul lavoro in cima alla lista delle priorità. Segue subito (74%) la fiducia” nelle loro capacità per avere successo a livello professionale ».

Il 74% dei leader aziendali riconosce che è sempre più urgente apportare cambiamenti e ripensare il rapporto di lavoro, con un aumento di 7 punti rispetto al 2023. LL’indagine ha individuato 6 aree essenziali, disegnando una sorta di mappa del lavoratore soddisfatto: realizzazione, leadership, persone al centro del processo decisionale, competenze, attrezzature e infine lo spazio di lavoro (compreso il telelavoro).

I francesi stanno facendo progressi quest’anno sull’asse “competenze”, acquisendo fiducia in se stessi. D’altro canto, affermano di non essere incoraggiati a esprimere le proprie emozioni o a dare priorità al proprio benessere. Segnalano inoltre una perdita di flessibilità, in particolare nel telelavoro, che porta a un calo del punteggio sull’asse “spazio di lavoro”.

Una vita quotidiana al lavoro addolcita dall’intelligenza artificiale

Il dato più significativo riguarda senza dubbio l’AI: nel 2024, l’utilizzo dell’AI tra lavoratori della conoscenza Il francese è balzato al 53%, rispetto al 33% del 2023. La percentuale sale addirittura all’80% per la generazione Z!

A livello globale, i lavoratori che utilizzano l’intelligenza artificiale segnalano una migliore soddisfazione lavorativa, segnando un miglioramento di 11 punti rispetto ai colleghi non utenti. Quest’anno vediamo che il “ Punteggio dell’indice delle relazioni di lavoro » è chiaramente influenzato dall’intelligenza artificiale.

La soddisfazione lavorativa richiede una maggiore personalizzazione: beneficiare dei consigli dell’intelligenza artificiale generativa, comunicare e collaborare più facilmente da remoto con esperienze audio e video migliorate, perfezionare le presentazioni durante le videoconferenze grazie ai commenti in tempo reale, creare e modificare le foto più rapidamente utilizzando software powered by AI… Esistono molteplici casi d’uso. In Francia, ad esempio, il 61%. lavoratori della conoscenza cercano un’esperienza lavorativa adattata alle loro esigenze e l’81% di loro è addirittura pronto a rinunciare a parte del proprio stipendio per beneficiare di una forma di personalizzazione del lavoro, che porti più comfort nella vita quotidiana.

Vengono quindi evidenziati i vantaggi dell’IA in termini di produttività, ma non sono gli unici: il 60% degli utenti dell’IA in Francia ritiene che semplifichi il proprio lavoro e il 55% afferma che offre loro nuove possibilità per apprezzare il proprio lavoro e trovare più piacere in esso.

Un segnale ai dirigenti

Infine, attenzione, ci mettono in guardia due dati di questo studio del 2024. In Francia, un terzo (36%) di lavoratori della conoscenza chi utilizza l’AI afferma che la propria azienda non fornisce una formazione adeguata sull’argomento. E il 63% ritiene che sia importante che i propri leader dimostrino intelligenza emotiva, ma solo uno su cinque ritiene che i propri manager siano veramente empatici!

Gli autori dello studio invitano quindi tutti i manager a considerare l’AI e a rivolgersi alle HR per assicurarsi che l’offerta formativa sia all’altezza… Senza dimenticare di formare anche se stessi!

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