Sabato 29 novembre 2014, dopo l'alluvione centenaria, è tempo di bilanci, pulizia e solidarietà.
Dieci anni fa, venerdì 28 novembre 2014, un'alluvione centenaria del Sorgues causò danni gravissimi in diversi quartieri. Miracolosamente non ci furono né morti né feriti gravi. Il giorno successivo, sabato 29 novembre, il cuore della città situato su entrambi i lati delle Sorgues ha offerto uno spettacolo di caos e desolazione. Nel quartiere Pont Vieux l'acqua è arrivata fino al primo piano delle case. Muri di sostegno, muri e lastre di catrame sono stati divelti quasi ovunque dalle alluvioni, che hanno causato gravissimi danni alle carreggiate e alle reti. Il sindaco Alain Fauconnier parla di danni pari a 15 milioni di euro.
Inizia la solidarietà. Sono arrivati rinforzi di gendarmi da tutto il South Aveyron (trenta di giorno e quindici di notte) e trecento vigili del fuoco. “È la prima volta che in una notte i vigili del fuoco dell’Aveyron salvano un centinaio di persone, per il 93% volontari, ha dichiarato domenica 30 novembre il colonnello Éric Florès, direttore dello Sdis de l’Aveyron. Sono lì per aiutare la popolazione. Colpito il 20% della città.
Diverse centinaia di volontari
Sabato 29 novembre Jean-Pierre Verlaguet, segretario generale della FDSEA, ha mobilitato i suoi colleghi arrivati in città con le loro macchine. Ovunque, oggetti e mobili ingombrano le strade dei quartieri allagati. La gente svuota tutto nelle cantine e nelle stanze allagate. Nel gruppo scolastico Blanchard Caussat, insegnanti, personale e genitori sono impegnati a pulire tutto. Nel fine settimana, oltre ai vigili del fuoco, vengono a dare una mano alle vittime anche funzionari eletti, funzionari comunali e diverse centinaia di volontari.
Si sta instaurando una grande catena di solidarietà umana. Il municipio fornisce racle e pale. Nei quartieri si ripetono ovunque le stesse scene. La gente è impegnata a evacuare tutto ciò che è stato distrutto dall'alluvione. Grandi cataste di mobili e oggetti resi inutilizzabili dall’acqua e dal fango si accumulano davanti a ogni casa o attività commerciale. Ovunque, tubi da giardino e getti d'acqua a pressione, per chi li ha, rimuovono il fango. Nelle strade caricatori e camion rimuovono montagne di oggetti distrutti.
Colpite le imprese, chiusi i reparti maternità
Oltre alle attività commerciali del centro cittadino, anche quelle situate nella zona di Cazes hanno subito danni significativi. Che si tratti della Socopa (1 milione di euro di scorte distrutte), dei materiali Gédimat, dei servizi tecnici della città (quattro camion della spazzatura sott'acqua, oltre alla falegnameria e alle serre), del ristorante Cazes, ecc. Il macello è stato invaso da un metro d'acqua e gli scantinati sono stati allagati. L'attrezzatura per il freddo è guasta. I prodotti congelati e le carcasse devono essere gettati via. I carri del comitato del festival sono danneggiati. Sabato 29 novembre il reparto maternità resterà chiuso. Le squadre rimangono sul posto per le emergenze. Non c'è più attività chirurgica e nessun ricovero. Il liceo Cazotte mette a disposizione le proprie cucine e il proprio personale.
Nel pomeriggio, in assenza di riscaldamento e con problemi di sicurezza antincendio, si è deciso di evacuare i restanti 93 pazienti e di distribuirli ad altri ospedali. Le operazioni vengono effettuate in giornata con l'ARS, Samu 12 e l'associazione delle ambulanze private dell'Aveyron. I vigili del fuoco dell'Hérault arrivano con una quindicina di ambulanze e un autobus. I pazienti vengono inviati negli ospedali di Millau, Rodez, Villefranche-de-Rouergue, Espalion, Albi, Mende e Montpellier. Restano in ospedale gli 84 residenti della casa di riposo La Sorgues.