E' suo ” risposta “ al lancio dei missili ATACMS, consegnati a Kiev da Washington, contro il territorio russo. Il giorno dopo i massicci bombardamenti che hanno colpito l’Ucraina giovedì 27 novembre, Vladimir Putin ha giustificato gli attacchi e ha brandito ancora una volta la minaccia del missile sperimentale Orechnik.
Se non è stato utilizzato durante gli ultimi bombardamenti, la produzione “in serie” del missile “iniziato”ha assicurato Vladimir Putin, che ancora una volta ha elogiato i meriti dell'arma ipersonica a raggio intermedio, ovvero un raggio di 5.500 km che comprende l'Europa e la costa occidentale degli Stati Uniti. “Se si utilizzano diversi di questi sistemi in un colpo – due, tre, quattro – allora, in termini di potenza, è paragonabile all’uso di un’arma nucleare”ha detto.
“Non escludiamo l’uso dell’Orechnik contro obiettivi militari, installazioni militare-industriali o centri decisionali, anche a Kiev”ha precisato il maestro del Cremlino, nel corso di una conferenza stampa trasmessa dalla televisione russa, a margine di una visita in Kazakistan.
Un milione di ucraini nell'oscurità
Secondo il presidente russo, giovedì sono stati lanciati contro l'Ucraina 90 missili e 100 droni esplosivi. Il loro obiettivo: l'infrastruttura energetica del Paese, per minare il morale della popolazione e ostacolare la logistica dell'esercito. Questi bombardamenti hanno causato interruzioni di corrente “in tutto il paese”secondo il capo di una delle società fornitrici di elettricità di Yasno, Serguii Kovalenko. In totale, secondo varie autorità regionali, almeno un milione di ucraini sono ormai immersi nell’oscurità.
Volodymyr Zelenskyj ha accusato Mosca di usare bombe “munizioni a grappolo”minando di fatto questi siti e mettendo in pericolo i civili, i servizi di emergenza e le squadre di manutenzione. Queste armi “complicano notevolmente il compito dei nostri soccorritori e degli ingegneri elettrici” inviato sul posto, si è lamentato sui social network. Il presidente ucraino ha chiesto ancora una volta l'invio “sistemi di difesa aerea adesso”.
Donald Trump, il fattore X
Nelle ultime settimane Mosca ha aumentato la pressione militare sull'Ucraina, a meno di due mesi dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, visto come una possibile svolta. Il presidente eletto ha infatti promesso di risolvere il conflitto ancor prima di prestare giuramento il 20 gennaio.
Se Donald Trump non ha mai spiegato con precisione come intende procedere, Kiev teme di essere spinta al tavolo delle trattative in una posizione sfavorevole. Mercoledì il repubblicano ha nominato l'ex generale Keith Kellogg, 80 anni, che aveva chiesto numerose concessioni a Kiev, come emissario per porre fine alla guerra.