Prima della partita del Besiktas contro il Maccabi Tel Aviv in Ungheria, nell’ambito dell’Europa League, il presidente della federazione calcistica turca ritiene che i club israeliani beneficino di un doppio standard rispetto ai club russi.
Si giocherà al Nagyerdei Stadion di Debrecen, in Ungheria (18.45) la partita di Europa League tra Besiktas e Maccabi Tel Aviv. Ancor prima delle violenze di Amsterdam che hanno coinvolto i tifosi del club israeliano, il governo turco aveva deciso, per ragioni di sicurezza, di non organizzare l’incontro inizialmente previsto a Istanbul. Una situazione deplorata dal presidente della Federcalcio turca, che sottolinea la posizione della comunità occidentale rispetto alle attività militari di Israele in Medio Oriente.
“Il Besiktas giocherà una partita importante, come una partita nazionale. Vogliamo che il calcio sia al servizio della pace e della fratellanza, ma sfortunatamente il motivo per cui il Besiktas è (in Ungheria) è che nel mondo esistono doppi standard”, ha dichiarato İbrahim Hacıosmanoğlu alla conferenza stampa. microfono di TRT Sport.
“Siamo contro ogni forma di guerra, ma l’embargo imposto alla Russia non si applica a chi bombarda bambini, malati, anziani, scuole, luoghi di culto e uccide persone. Le loro squadre partecipano ancora a competizioni sportive in tutto il mondo. Siamo con Gaza. Spero che il nostro club risponda sul campo e dia grande gioia al mondo musulmano”, ha aggiunto il leader, riferendosi al divieto dei club russi di competere nelle competizioni europee dopo l’invasione L’esercito russo in Ucraina è iniziato nel febbraio 2022.
A porte chiuse
Per decisione delle autorità ungheresi, presa dopo i fatti di Ajax-Maccabi, la partita si giocherà a porte chiuse. Il club di Istanbul ha poi invitato i propri tifosi a non programmare trasferte “per evitare eventuali disagi”.
L’incontro tra Besiktas e Maccabi Tel Aviv è stato considerato ad alto rischio, poiché il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha intensificato gli attacchi verbali contro i leader israeliani dall’inizio della guerra a Gaza. Da più di un anno in tutto il paese si svolgono frequenti proteste anti-israeliane, autorizzate e talvolta sostenute dal governo turco. Nell’ottobre 2023, Israele ha chiesto ai suoi cittadini e ai diplomatici in carica di lasciare la Turchia come misura di sicurezza.