cosa impariamo dalle ultime crisi finanziarie in Europa

cosa impariamo dalle ultime crisi finanziarie in Europa
cosa impariamo dalle ultime crisi finanziarie in Europa
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L’annuncio a sorpresa dello scioglimento dell’Assemblea nazionale da parte di Emmanuel Macron è stata un’opportunità finanziaria per Matthew Russell: “Ho acquistato il debito sovrano francese nei giorni successivi”, testimonia questo gestore obbligazionario di M&G, gruppo di gestione patrimoniale. Questo commerciante londinese, estraneo ai dettagli della politica francese, ha fatto un semplice calcolo: i tassi d’interesse francesi erano allora aumentati di circa 0,3 punti, al 3,3%, offrendo un rendimento migliore, mentre il rischio gli sembrava ancora molto piccolo. “L’Unione Europea non permetterà alla Francia di andare in default”crede, scommettendo sul fatto che la Banca Centrale Europea (BCE) sarà sempre pronta a intervenire in caso di panico.

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L’aneddoto richiama una verità fondamentale: sui mercati finanziari troviamo (quasi) sempre acquirenti. Ma non ad ogni costo. Secondo questa logica, la prospettiva di un governo guidato dal Raggruppamento Nazionale o di una maggioranza irraggiungibile non causerà il default o la bancarotta della Francia. D’altro canto rischia di costargli molto di più. Dopo lo scioglimento, il divario tra i tassi francesi e tedeschi (the ” diffusione “) è già passato dallo 0,5% allo 0,75%, arrivando addirittura allo 0,8% lunedì 1È Luglio dopo l’annuncio dei risultati del primo turno delle elezioni legislative.

“Il pericolo è quello di un lungo processo di sgretolamento delle finanze pubbliche”, stima Gilles Moëc, capo economista del gruppo Axa. In questa luce, possiamo ricordare due shock recenti in Europa: il panico finanziario causato da Liz Truss nel Regno Unito nell’ottobre 2022 e la lunga scivolata italiana del 2018-2019 quando era al potere il Movimento 5 Stelle.

L’esempio del passo falso di Liz Truss nel Regno Unito

Il 23 settembre 2022, il governo di Liz Truss, nuovo Primo Ministro del Regno Unito, presenta i maggiori tagli fiscali dal 1972. Il finanziamento di questo dono? Si realizzerà grazie alla crescita, che salirebbe al 2,5% annuo, assicura. Sui mercati finanziari nessuno ci crede. In una settimana, i tassi di interesse sulle obbligazioni britanniche salgono dal 3,1% al 4,5%. Ci vorrà l’intervento della Banca d’Inghilterra, l’annullamento della maggior parte delle misure e le umilianti dimissioni di Liz Truss dopo quarantaquattro giorni nel suo incarico per porre fine alla tempesta.

“Tuttavia, il dono fiscale non era così importante [il était de 50 milliards d’euros, auquel il fallait ajouter des aides aux factures d’énergie, soit 85 milliards d’euros d’emprunts supplémentaires, l’équivalent de 2,3 % du PIB] », ricorda David Owen, economista britannico e fondatore della società di consulenza Saltmarsh Economics. Il vero errore di Liz Truss, secondo lui, è stato il modo sprezzante con cui ha annunciato il suo budget.

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