AGGIORNAMENTO SULLA SITUAZIONE – Martedì il gabinetto di sicurezza israeliano voterà un cessate il fuoco nella guerra contro gli Hezbollah libanesi, mentre gli Stati Uniti affermano che l’accordo è “vicino”.
Il gabinetto di sicurezza israeliano dovrà decidere martedì il cessate il fuoco dopo due mesi di guerra contro Hezbollah in Libano, mentre gli Stati Uniti hanno parlato di un accordo stretto, invitando però alla cautela. Le Figaro martedì 26 novembre fa il punto della situazione in Medio Oriente.
Il capo della politica estera dell’UE esorta Israele al cessate il fuoco
Israele no “nessuna scusa” di rifiutare il cessate il fuoco negoziato in Libano dagli Stati Uniti e dalla Francia, ha dichiarato mercoledì il capo della diplomazia dell’Unione europea, Josep Borrell. “Speriamo che oggi il governo di (Benjamin) Netanyahu approvi l’accordo di cessate il fuoco proposto da Stati Uniti e Francia”ha detto a margine di una riunione del G7 vicino a Roma.
“Basta scuse, basta richieste, basta con questi combattimenti, basta con l’uccisione delle persone e cominciamo a pensare alla pace”ha insistito. Il gabinetto di sicurezza israeliano voterà martedì il cessate il fuoco nella guerra contro gli Hezbollah libanesi, mentre gli Stati Uniti affermano che un accordo è stato raggiunto. “vicino”.
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In Libano, la speranza di un cessate il fuoco svanisce sotto le bombe israeliane
“Pensiamo di essere al punto in cui siamo vicini”. di un accordo, ha dichiarato John Kirby, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, sottolineando che non c’è ancora nulla di certo e invitando alla cautela. “Facciamo pressione su Israele affinché approvi oggi la proposta di cessate il fuoco”ha detto Borrell martedì, preoccupandosi di averlo “Ho sentito dichiarazioni di ministri del governo israeliano estremisti che volevano continuare gli attentati”.
“Un cessate il fuoco è assolutamente necessario se vogliamo che centinaia di migliaia di sfollati ritornino a casa”disse, deplorandolo “tutto il sud del Libano è stato distrutto”.
L’Onu chiede un “cessate il fuoco permanente” in Libano, Israele e Gaza
Martedì l’ONU ha ribadito la sua richiesta per un “cessate il fuoco permanente” in Libano, Israele e Gaza, mentre potrebbe essere annunciata una tregua tra Israele e Hezbollah.
“L’unico modo per porre fine alla sofferenza delle persone di tutte le parti è un cessate il fuoco permanente e immediato su tutti i fronti in Libano, Israele e Gaza”ha dichiarato alla stampa a Ginevra Jeremy Laurence, portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani.
Mandato di arresto Cpi contro Netanyahu: la Francia “deve applicare le regole”
La presidente dell’Assemblea nazionale Yaël Braun-Pivet (Rinascimento) ha stimato martedì che, in quanto firmataria dello statuto della Corte penale internazionale, la Francia “deve seguire le regole” e arrestare il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu se fosse arrivato in territorio francese.
“Dal momento in cui la Francia è firmataria, membro dello Statuto di Roma e riconosce la CPI, penso che debba applicare le regole che ne derivano, non c’è motivo di discostarsi da esse”ha spiegato Yaël Braun-Pivet alla radio Sud.
La Corte penale internazionale, alla quale Israele non ha aderito e dalla quale gli Stati Uniti si sono ritirati, ha emesso giovedì mandati di arresto contro Benjamin Netanyahu e il capo del braccio armato palestinese di Hamas Mohammed Deif per crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
Un soldato ferito il 7 ottobre muore per le ferite riportate
L’esercito israeliano ha annunciato martedì la morte di uno dei suoi soldati, ferito il 7 ottobre 2023 in attacchi perpetrati dal movimento islamico palestinese Hamas e che da allora era ricoverato in ospedale.
Questa morte porta a 1.207 il numero delle persone morte, da parte israeliana, a seguito di questi attacchi, secondo un conteggio dell’AFP basato su dati ufficiali e compresi gli ostaggi morti o uccisi durante la prigionia nella Striscia di Gaza.
Yona-Bezalel Brief, 23 anni, membro di un commando dell’esercito israeliano, è stato ferito nel Kibbutz Kfar Aza, teatro quel giorno di un massacro commesso dai commando di Hamas.