Situato al confine tra le Alte Alpi e le Alpi dell’Alta Provenza, il piccolo villaggio di Curbans ha vissuto, il 21 luglio 2022, una mattina come nessun’altra. Erano le 10 del mattino quando i gendarmi della compagnia Turriers furono chiamati a casa di Ireneusz Klysz, un polacco di 63 anni che viveva lì da circa quindici anni. Si imbattono poi nel suo corpo senza vita, con numerosi lividi sul volto, disteso in una pozza di sangue. L’autopsia confermerà, nonostante l’alcolismo cronico, che è morto per ferite su tutto il corpo causate da terzi.
Irek, come viene comunemente chiamato, è stato scoperto da un vicino la cui testimonianza ha permesso di avviare le indagini della brigata di ricerca di Digne-les-Bains. Intervistato due volte, ha affermato di aver visto il veicolo del cognato della vittima il giorno prima intorno alle 19,15. Due persone sono scese e si sono dirette verso l’abitazione del defunto.
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Una serata a bere
Dopo requisizioni telefoniche e sfruttamento delle telecamere di videosorveglianza, Dawid Obara, il cognato, è stato infatti avvistato nel settore dei Curbans tra le 19:53 e le 21:22. Alpes, viene poi effettuata alla fine della giornata del 21 luglio 2022, e le scoperte sono più che schiaccianti: vengono sommersi abiti macchiati di sangue in un secchio pieno d’acqua, compreso un paio di scarpe da ginnastica che corrispondono alle tracce di suole rinvenute sulla scena. Dawid Obara e Adam Kasprzyk, presenti anche loro a casa di quest’ultimo, sono stati poi messi in custodia di polizia.
Eccessivi consumatori di alcol, i due polacchi giocano la carta dell’amnesia. Dawid Obara ammette di essere andato dal cognato con il suo amico, appena arrivato in Francia, a bere… molto. Si vedevano regolarmente per “bere l’aperitivo“, conferma l’ex compagno della vittima e sorella del detenuto. Sarebbe poi scoppiato un litigio, ma non riesce a fornire maggiori dettagli. Viene poi aperta un’inchiesta giudiziaria, ed entrambi vengono arrestati. Sotto inchiesta per omicidio in seguito al loro primo interrogatorio di apparizione che ha visto Adam Kasprzyk recuperare la memoria. Ricorda di essere andato da Ireneusz Klysz e che quest’ultimo ha litigato con Dawid Obara che aveva. rispose dopo un primo pugno in faccia.
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Video molto violenti
La perizia telefonica del cognato, però, cambierà tutto con l’estrazione di due video cancellati il giorno successivo ai fatti, e prodotti da Adam Kasprzyk: uno di essi rappresenta un uomo, la vittima, seduto su una sedia con il suo volto gonfio e sanguinante. Un ultimo pugno di Dawid Obara lo fa perdere i sensi. La seconda scena è ancora più violenta, poiché lo si vede prendere a pugni e calci in faccia la vittima.
Di fronte alle immagini, Dawid Obara è costretto ad ammettere i colpi, mentre il suo compagno cambia ancora una volta versione: afferma che la vittima non aveva colpito per primo, e soprattutto che il suo amico aveva inferto numerosi colpi, prendendo anche delle pause prima di riprendere. Ireneusz Klysz è riuscita a riprendere conoscenza, ma la violenza è continuata afferrandola per i capelli e schiacciandole più volte il cranio a terra. Poi spiega che aveva filmato per caso e che non ha fatto nulla perché temeva per la sua vita.
Concluse le indagini, il fascicolo è stato trasmesso alla procura di Digne-les-Bains che li ha rinviati, da oggi fino a mercoledì, al tribunale penale delle Alpi dell’Alta Provenza. David Obara dovrà quindi rispondere del reato di violenza conseguente alla morte senza l’intenzione di provocarla, con la circostanza che i fatti sono stati commessi da persona che ha agito in stato di evidente ebbrezza. Quanto ad Adam Kasprzyk, è accusato di essere stato complice del reato di violenza mortale aggravata registrando consapevolmente immagini relative alla commissione dei fatti.