Caso Sven Pichal: un uomo coinvolto nel caso condannato in appello a sette anni di carcere

Caso Sven Pichal: un uomo coinvolto nel caso condannato in appello a sette anni di carcere
Caso Sven Pichal: un uomo coinvolto nel caso condannato in appello a sette anni di carcere
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Il caso è iniziato nell’agosto 2023 quando BD ha presentato una denuncia contro l’attore RDB perché quest’ultimo gli aveva inviato immagini di bambini violentati sessualmente. Un amico di BD li ha trovati nell’applicazione Telegram del suo cellulare e lo ha incoraggiato a sporgere denuncia. RDB ha poi detto alla polizia che lui e BD avevano guardato insieme immagini di abusi sessuali su minori, dopo di che è stata esaminata anche l’attrezzatura informatica di BD.

L’accusa richiede 37 mesi di detenzione, di cui un anno, contro l’ex presentatore Sven Pichal, la difesa chiede la sospensione condizionale della pena

Il cellulare dell’imputato conteneva 14 foto e video di neonati e ragazzi di età inferiore ai 12 anni violentati in modo particolarmente violento da uomini adulti. Ma le cose non si fermano qui. Dall’indagine è emerso che BD aveva anche aggredito sessualmente due attori minori, mentre era assistente di produzione per uno spettacolo teatrale ad Anversa. Al momento dell’incidente i ragazzi avevano 14 e 16 anni. Le aggressioni erano generalmente accompagnate dall’uso di droga e alcol.

In primo grado, il tribunale penale di Anversa ha condannato a maggio il 30enne a otto anni di carcere, 8.000 euro di multa e cinque anni di provvedimento al TAP per questi fatti. Da allora era stato imprigionato.

BD non ha mai contestato la sua colpevolezza in questa faccenda. Ha presentato ricorso solo contro la sentenza e ha chiesto al tribunale di concedergli una sospensione della prova e di prendere in considerazione circostanze attenuanti. Ma vista la gravità dei fatti, la corte d’appello ha confermato la pena detentiva pronunciata in primo grado. Ha sottolineato “un’integrità morale pericolosamente diminuita e un atteggiamento estremamente perverso”. “L’imputato ha violentato due minorenni dopo aver conquistato la loro fiducia e quella dei loro genitori”, ha ricordato la corte d’appello.

Ciò ha ulteriormente sottolineato il trauma subito dalle giovani vittime e l’impatto sulla società di tali atti di violenza. “L’imputato deve capire che la violenza sessuale perpetrata contro i bambini è assolutamente intollerabile nella nostra società, quindi una sospensione condizionale della pena non è appropriata”, ha stabilito la corte. La perizia psicologica ha inoltre concluso che esisteva un rischio di recidiva particolarmente elevato, prosegue la sentenza.

Ha però tenuto conto della collaborazione del trentenne nelle indagini per ridurre la sua pena di un anno di carcere. L’uomo resterà comunque a disposizione dei tribunali per cinque anni dopo aver scontato la pena detentiva. Gli è inoltre vietato per 20 anni di esercitare qualsiasi professione che lo metta in contatto con minorenni.

L’uomo non ha voluto essere portato fuori dalla sua cella per ascoltare la decisione del tribunale. È stato ordinato il suo arresto immediato.

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