L’autore principale dello studio Hongjun “Harry” Fu, PhD, professore di neuroscienze presso l’Ohio State, ricorda che ogni anno in tutto il mondo circa 2,5 milioni di persone subiscono lesioni cerebrali traumatiche e conferma con questo studio che è un fattore di rischio per la malattia di Alzheimer più avanti nella vita . “Data l’elevata prevalenza e prevalenza di lesioni cerebrali traumatiche e del morbo di Alzheimer, è essenziale farlo
comprendere il meccanismo molecolare alla base della transizione dal trauma cranico alla malattia di Alzheimer
al fine di sviluppare terapie in grado di prevenire questo rischio”.
Lo studio viene effettuato sia in vitro, su tessuto cerebrale umano post-mortem, sia in vivo su modelli murini di lesioni cerebrali, per studiare questi fondamenti molecolari coinvolti nel rischio di malattia di Alzheimer dopo un trauma cranico. Queste analisi mostrano che:
- il trauma cranico aumenta i livelli di proteina tau iperfosforilata;
- attiva l’astro- e la microgliosi, induce disfunzione sinaptica;
- cosa induce disturbi cognitivi legati allo sviluppo della malattia di Alzheimer;
- la regolazione negativa di una proteina coinvolta nella clearance delle proteine attraverso la via autofagia-lisosoma (BAG3) contribuisce anche all’accumulo di tau tossica nei neuroni e negli oligodendrociti, dopo un trauma cranico: la dimostrazione è qui fornita sia in modelli murini che tessuto cerebrale umano post-mortem con una storia di trauma cranico;
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La sovraespressione di BAG3 accelera l’iperfosforilazione di tau, aumenta la disfunzione sinaptica e i deficit cognitivi.
Un nuovo target terapeutico? Mirare a BAG3 nei neuroni sembra essere una strategia promettente per prevenire o ridurre la patologia simile all’Alzheimer.
“Poiché precedenti ricerche effettuate utilizzando tessuti umani e modelli animali hanno suggerito che la patologia tau aumenta dopo un trauma cranico, riteniamo che BAG3 possa essere uno dei fattori che contribuiscono a questo sviluppo”.
La ricerca continua per convalidare la relazione tra trauma cranico, BAG3, patologia tau, gliosi e neurodegenerazione e per comprendere come il trauma cerebrale e il morbo di Alzheimer siano quindi biologicamente collegati.
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