Il fascicolo viene aperto dall'Antitrust che raccomanda al governo di abbandonare il sistema in nome del principio di concorrenza tra i diversi fornitori. Una misura molto impopolare quando alcune misure del bilancio 2025 sono già controverse.
Pubblicato il 20/11/2024 09:18
Aggiornato il 20/11/2024 09:30
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I prezzi regolamentati dell’energia sono oggi adottati dalla maggioranza delle famiglie francesi – esattamente il 59% e il 35% dalle imprese, per lo più piccole imprese – per proteggersi dalle fluttuazioni dei prezzi del mercato all’ingrosso. L’obiettivo è quello di evitare variazioni troppo ampie in caso di crisi, come durante lo scoppio della guerra in Ucraina nel febbraio 2022.
Una piccola bomba politica per il governo si trova quindi di fronte a una piccola bomba politica e dovrà decidere perché la Energy Regulatory Commission raccomanda di mantenere il sistema per cinque anni. Una battaglia tra due poliziotti, quello della Concorrenza e quello dell'energia, con in mezzo lo Stato.
L'Autorità garante della concorrenza vuole porre fine a questo sistema, proprio in nome del rispetto della concorrenza tra gli operatori energetici, e per garantire la leggibilità dei prezzi. Questo è ciò che consiglia, martedì 19 novembre. Oggi le famiglie sono libere di scegliere tra una moltitudine di fornitori alternativi come Eni, Vatenfall o TotalEnergies. Tuttavia, questi fornitori ritengono che il sistema dei prezzi regolamentati porti ad una forma di immobilità tra i clienti mentre i prezzi dell'elettricità hanno cominciato di nuovo a scendere sul mercato all'ingrosso. Oggi, per come vengono calcolati i prezzi regolamentati, essi appaiono più alti di quelli del mercato libero. Per questo l'Antitrust vuole mettervi fine, in nome della correttezza, nei confronti degli operatori e dei clienti.
Ma cosa accadrebbe se scoppiasse una nuova crisi energetica e i prezzi tornassero a salire? L'Autorità garante della concorrenza avrebbe previsto tutto, poiché raccomanda allo Stato di preparare l'abolizione dei prezzi regolamentati senza rinunciare agli obiettivi di politica pubblica di garantire la sicurezza dell'approvvigionamento, prezzi equi e trasparenza dell'informazione per il consumatore. Si potrebbero così designare uno o più fornitori di ultima istanza e creare un indice di riferimento per informare il consumatore sulle variazioni dei prezzi.
Sulla base di queste raccomandazioni divergenti dell’Autorità di regolamentazione dell’energia e dell’Autorità garante della concorrenza, Matignon redigerà un rapporto per la Commissione europea che sta pilotando il dossier da remoto. Ma dato il rischio politico che l’eliminazione delle tariffe protettive comporterebbe, di fronte a un’opinione pubblica già accesa sulle questioni del potere d’acquisto, è una scommessa sicura che l’Europa opterà per lo status quo.