In un’intervista con Fox News trasmessa martedì 19 novembre, il presidente ucraino ritiene che il suo Paese non sarà in grado di vincere la guerra contro la Russia se gli Stati Uniti decideranno di interrompere i loro aiuti militari e finanziari a Kiev.
Mille giorni dopo l’inizio della guerra in Ucraina, Volodymyr Zelenskyj mette in guardia Washington. Mentre Donald Trump tornerà alla Casa Bianca a gennaio, la continuazione degli aiuti militari da parte degli Stati Uniti a Kiev sembra più che mai in discussione. Se il futuro inquilino della Casa Bianca decidesse di sospendere questi aiuti, “penso che perderemo”, ha avvertito il presidente ucraino a Fox News martedì 19 novembre.
“Se tagliano (gli aiuti), penso che perderemo. Certo, rimarremo, combatteremo (…) ma penso che non sia sufficiente per sopravvivere”, riassume Volodymyr Zelensky.
Rischio di escalation
Durante la sua campagna, Donald Trump ha più volte promesso di porre fine rapidamente alla guerra, senza specificare in che modo.
Questo lunedì, le guardie del corpo di Donald Trump hanno denunciato una “escalation” o addirittura il rischio di una “terza guerra mondiale” dopo la decisione di Joe Biden di autorizzare l’Ucraina a colpire il territorio russo con missili a lungo raggio di fabbricazione americana.
Dopo l’annuncio del via libera questa domenica, l’attacco ucraino di martedì mattina, secondo Mosca, ha preso di mira installazioni militari.
Sergei Lavrov ha ritenuto, a margine del G20 di Rio, che ciò abbia inviato “un segnale” che l’Ucraina e l’Occidente “vogliono un’escalation”. Questa è “una nuova fase nella guerra occidentale contro la Russia e noi reagiremo di conseguenza”, ha insistito.
Per lui questi precisi missili forniti dagli Stati Uniti non possono essere utilizzati da Kiev “senza l’aiuto di esperti e istruttori americani”.
In risposta, Segeï Lavrov ha invitato gli occidentali a “leggere integralmente” la nuova dottrina nucleare russa, ufficializzata questo martedì da Vladimir Putin, che amplia la possibilità di utilizzare armi atomiche in caso di attacco “massiccio” da parte di un paese non-atomico. paese nucleare ma sostenuto da una potenza nucleare. Un chiaro riferimento all’Ucraina e agli Stati Uniti.