Manderemo una “stella artificiale” nello spazio

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Stiamo costruendo un sole artificiale nella campagna francese. Allora perché non fare la stessa cosa nello spazio mettendo una “stella artificiale” in orbita attorno alla Terra? È questa l’ambizione di Landolt, un programma sostenuto dall’università americana George Mason e dalla NASA, e che richiederà un budget di 19,5 milioni di dollari.

C’è però un colpo di scena: in Francia il programma ITER cerca di domare la fusione nucleare padroneggiando la tecnologia del reattore di tipo tokamak – le risorse in gioco sono più colossali (il conto è di circa 20 miliardi di euro). Per quanto riguarda Landolt, le ambizioni sono molto più modesto. E la posta in gioco è diversa.

Un metro stellare

Con Landolt non si tratterà di avere una nuova fonte di energia per l’umanità, ma di migliorare la misurazione della luce delle stelle, siano esse vicine o estremamente lontane nell’universo. Come ? Utilizzando una “falsa stella”, la cui luminosità è nota con grande precisione.

Landolt sarà infatti un satellite armato di otto laser che illuminerà i telescopi ottici a terra per calibrarli per le osservazioni, precisa la facoltà George-Mason. Conosceremo infatti con precisione la velocità di emissione delle foto provenienti da questa fonte luminosa. Dalla Terra, Landolt sarà vista dai telescopi come una stella classica.

raggio di raggi laser

Un raggio laser.

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Crediti fotografici per l’immagine di uno: Fonte: magann

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