L’antiRepubblica, cosa farà il RN se vince

L’antiRepubblica, cosa farà il RN se vince
L’antiRepubblica, cosa farà il RN se vince
-

pubblicato su 19 giugno 2024 alle 18:30

Leggi più tardi Google News suddividere

Facebook Twitter E-mail Copia link

mandare

Tempo di lettura: 2 minuti.

Accesso libero

Se il Raggruppamento Nazionale vincesse le elezioni legislative, minerebbe le fondamenta della nostra Repubblica. La libertà sarà limitata dall’ossessione per la sicurezza; l’uguaglianza, viziata dalla “preferenza nazionale”; e la fraternità, minata da una presunta xenofobia di Stato. “Le Nouvel Obs” fa luce sulla posta in gioco storica di queste elezioni.

Per ulteriori

“La Repubblica è l’inevitabile e bisogna accettarlo. » Così supplicò Léon Gambetta, il 5 agosto 1874 all’Assemblea nazionale, per convincere la maggioranza conservatrice dell’inesorabile avvento di una Costituzione repubblicana. Centocinquant’anni dopo, è cambiato il senso della Storia? L’“anti-Repubblica” sarebbe inevitabile? Non dobbiamo assolutamente fidarci della bandiera tricolore di cui si adorna il Rally Nazionale, né della “Marsigliese” che intona. Se vincesse le elezioni legislative del 7 luglio, questo partito populista e nazionalista si opporrebbe allo spirito fondatore di Gambetta e minerebbe i pilastri del Palazzo Borbone. La libertà sarà limitata dall’ossessione per la sicurezza; l’uguaglianza, viziata dalla “preferenza nazionale”; e la fraternità, minata da una presunta xenofobia di Stato.

Leggi anche

Decrittazione Deriva illiberale, legge sul suolo, svolta repressiva… le vere minacce di un governo Bardella

Abbonato

Leggi più tardi

Il nostro dossier di questa settimana è stato messo insieme con l’unico scopo di documentare la posta in gioco storica di un’elezione imposta da uno scioglimento frettoloso con conseguenze forse deleterie per il Paese. Il regime non è mai sembrato così vicino all’affondamento. E questo senza che neppure un pericolo bellico lo scuota come nel 1940 o nel 1958. La sconfitta, questa volta, potrebbe essere interna, come l’effetto di una depressione collettiva che cova dalla fine del Trente Glorieuses. Una crisi d’identità? Dobbiamo allora considerare con chi e cosa abbiamo a che fare. Perché non basta catalizzare la rabbia della gente per incarnare i valori della Repubblica.

Leggi anche

Decrittazione Legislativo: ciò che (realmente) contiene il programma economico del Raduno Nazionale

Abbonato

Leggi più tardi

A forza di demonizzazione, banalizzazione e “operazione cravatta”, il lepenismo è passato dalla funzione di sfogo a quella di alternativa ordinaria. A molti sembra essere la “soluzione miracolosa” che non abbiamo ancora provato. Purtroppo, il cosiddetto rimedio applicato alle ferite reali della nostra società non sarebbe di alcun aiuto. Il suo programma economico e sociale è una farsa.

Ansioso di apparire credibile, Jordan Bardella, presunto Primo Ministro, elude le promesse più demagogiche del suo partito. Così il pensionamento a 60 anni, ormai ridotto a un vago sistema per lunghe carriere. Ristretto, il suo progetto immediato si limita ora all’abrogazione della riforma dell’assicurazione contro la disoccupazione e ad una costosa riduzione dell’IVA sull’energia di cui beneficerebbero principalmente i francesi più ricchi. Per il resto Bardella intende trincerarsi dietro una verifica dei conti pubblici per incriminare il management macronista e passare alle riforme sociali un tempo elogiate da Marine Le Pen.

La RN innescherebbe la retromarcia

Se dovesse governare, la Rn farebbe la retromarcia. A scuola, nei media, in azione per l’uguaglianza di genere o i diritti LGBT… Ovunque i francesi si aspettino progressi, la loro ideologia di ritiro causerebbe il caos. E in particolare nell’impegno per la transizione energetica. Nemico di un’ecologia che considerano nel suo insieme “punitivo”i lepenisti si preparano a far fallire tutti gli sforzi intrapresi: “Il peggior nemico del clima è il nazionalismorileva François Gemenne, presidente del consiglio scientifico della Fondazione per la Natura e l’Uomo. Perché la lotta al cambiamento climatico richiede, al contrario, un’ampia cooperazione tra le nazioni. »

Incriminando costantemente il capro espiatorio dell’immigrazione e la popolazione di “origine straniera”, di cultura musulmana, la RN intende rimettere in discussione la legge del suolo. Ereditato dall’Ancien Régime, questo principio secondo cui un bambino nato in Francia può diventare francese è il fondamento stesso della nostra nazione, quella che il filosofo Ernest Renan definì come “la voglia di vivere insieme” senza riferimento al sangue degli antenati o ad alcuna razza. Discutere“una richiesta di ordine da parte dei francesi”un governo RN avrebbe il controllo sulla polizia e legittimerebbe qualsiasi violenza commessa sotto l’uniforme da parte di un nuovo “presunzione di legittima difesa” esecutiva in tribunale. Sul Paese grava quindi un rischio di tensioni senza precedenti. L’avvento della RN al potere potrebbe essere paragonato ad un primo atto di guerra civile. Con il voto del 30 giugno e del 7 luglio i repubblicani, in maggioranza dai tempi di Gambetta, possono ancora evitarlo.

Argomenti associati all’articolo

-

PREV Limoges CSP – Stéphane Ostrowski: Lionel Peluhet, “il profilo ideale per assumere la guida del club”
NEXT Riconosciuto lo stato di calamità naturale per 52 comuni del Basso Reno dopo le inondazioni di metà maggio