Un delitto, due condanne. Un trentenne è stato incriminato e incarcerato per l’omicidio di un uomo di 70 anni, trovato mercoledì disteso su un prato a Gouarec (Côtes-d’Armor), ha annunciato venerdì la procura di Saint-Brieuc.
Un uomo di 43 anni aveva contattato la gendarmeria per denunciare il delitto, accusando uno dei suoi amici “con numerosi precedenti penali”, ha detto in un comunicato stampa il pubblico ministero di Saint-Brieuc, Nicolas Heitz. Durante la sua udienza, questo quarantenne ha ammesso che in realtà era venuto a consegnare della droga in questa casa della cittadina di Gouarec e di aver visto il corpo in quell’occasione.
Contemporaneamente, una passante ha informato i carabinieri di aver visto un cadavere su un prato, a un centinaio di metri dall’abitazione in questione.
Nel pomeriggio il GIGN ha arrestato lì un trentenne, che è stato immediatamente posto in custodia di polizia. Ha detto di essersi “impigliato” con la vittima martedì 12 novembre e di averlo colpito, facendolo cadere a terra. “Ha spiegato di aver poi trasportato, da solo, la vittima per metterla in fondo al parcheggio e di averlo lasciato credere che fosse ancora vivo”, ha raccontato il procuratore di Saint-Brieuc.
L’autopsia ha però evidenziato “diverse fratture e ferite al volto e al torace, nonché ferite agli arti superiori, in particolare alle mani, procurate con un oggetto appuntito”, secondo il magistrato. Il trentenne è stato incriminato per omicidio e posto in custodia cautelare secondo gli ordini del pubblico ministero.
Quanto all’uomo che ha denunciato il delitto, nel quale gli investigatori hanno rinvenuto un notevole quantitativo di droga (quasi 24 kg di resina di cannabis, 1,4 kg di erba, 137 g di cocaina e 13 pasticche di ecstasy), è stato processato in comparizione preventiva. di colpa. È stato condannato a 24 mesi di carcere, di cui 6 mesi con la sospensione, poi incarcerato.
Il quarantenne ha ammesso di aver venduto stupefacenti «in grandi quantità tramite l’applicazione Telegram» e ha spiegato di aver preferito denunciare l’omicidio perché «colui che riteneva il colpevole era pericoloso», secondo l’accusa. Non è stato stabilito alcun collegamento tra la morte della vittima e il traffico di droga rivelato dalle indagini, sottolinea il comunicato.