Presunto tentato omicidio di mio fratello | Ci vuole un villaggio per creare un criminale

Presunto tentato omicidio di mio fratello | Ci vuole un villaggio per creare un criminale
Presunto tentato omicidio di mio fratello | Ci vuole un villaggio per creare un criminale
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Mio fratello è stato recentemente accusato di tentato omicidio. Questo è un tipico caso in cui un bambino vittima diventa un criminale. Gli ultimi vent’anni della sua vita furono segnati dall’alienazione e dal fallimento di una comunità.


Inserito alle 6:00

Do la colpa al sistema educativo che lo ha rifiutato, a mia madre emotivamente inadeguata che non si è fatta avanti per sostenerlo, alle persone intorno a lui che si sono intromesse troppo nei suoi affari, alla polizia che mancava di intuito e alla scuola del crimine che ha plasmato l’adulto che lui ha. divenne.

Vi do la mia testimonianza per liberarmi dalla vergogna che ho portato dentro di me per tutti questi anni e per incoraggiarvi a denunciare la violenza di cui siete testimoni. Che tu sia un insegnante, un vicino, uno zio, un amico di famiglia. Potrebbe prevenire altri casi come questo.

Sono rimasto molto segnato dal luogo in cui è avvenuto il delitto. È successo a due passi dalla mezzaluna in cui siamo cresciuti. Da adolescente, mio ​​fratello girava con la sua BMX nei parcheggi delle attività commerciali di questa zona.

Il delitto sarebbe avvenuto in una camera da letto. Per me è molto evocativo. È qui che è avvenuta la violenza nella nostra casa.

Quando è arrivata la notizia dell’arresto di mio fratello ho provato un’emozione contrastante: sollievo, poi molta rabbia. Prima di tutto, il sollievo di sapere che per un po’ sarebbe stato fuori pericolo. Lui che ha accumulato una cinquantina di accuse di ogni tipo, se devo fidarmi del suo taccuino, era una bomba a orologeria. Dall’altra parte, la rabbia. Quella di non essere stata creduta e protetta quando da piccola chiedevo aiuto.

La rottura

Qualcosa che non sono sicuro sia successo a mio fratello, ne sono sicuro. Si è rotto intorno ai 9-10 anni. I ricordi sono vaghi. Ma da un giorno all’altro non volle più andare da mio padre.

Si lavava sei o sette volte al giorno. Ha iniziato ad avere terrori notturni e a rompere tutto in casa. Nei suoi attacchi costringeva mia madre a venire a letto, perché non voleva restare solo.

Queste crisi continuarono fino alle sue prime incarcerazioni e aumentarono man mano che il suo uso di droga peggiorava.

Ho però dei dolci ricordi del suo periodo pre-adolescenziale. Era un essere sensibile e dotato di grande intelligenza. All’età di 12 anni trovò un lavoro estivo come lavapiatti in un ristorante. Con i suoi soldi ha avviato un’attività di vendita biciclette tascabili. Erano i primi anni 2000: era riuscito ad acquistare delle minimoto che teneva in camera e che vendeva online ai suoi clienti. Era l’inizio di connessione internet remota (connessione internet tramite chiamata telefonica). Ha sempre avuto un’intelligenza pragmatica che mi ha impressionato.

* Proteggiamo l’identità dell’autrice di questa lettera per non rivelare quella di suo fratello, il che potrebbe ledere il suo diritto ad un giusto processo.

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