Nel Canton Vaud gli asili nido presentano delle lacune, giudica la Corte dei conti

Nel Canton Vaud gli asili nido presentano delle lacune, giudica la Corte dei conti
Nel Canton Vaud gli asili nido presentano delle lacune, giudica la Corte dei conti
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Oltre a sovvenzionare le reti di asili nido esistenti nel cantone, il compito della FAJE è quello di valutare i bisogni, coordinare l’organizzazione degli asili nido e incoraggiare la creazione di posti. Tuttavia non svolge alcuna attività operativa nelle reti.

Nel 2019: Asili nido: crescono i finanziamenti pubblico-privati

Un costo di 628 milioni di franchi

Nel 2022, i costi complessivi degli asili nido ammontavano a 628 milioni di franchi, finanziati principalmente dai genitori (38%), dai comuni (37%) e dalla FAJE (21%), a sua volta finanziata dallo Stato di Vaud (53%) e dai datori di lavoro (36%). Questo importo è in costante aumento da quando nel 2006 è stato introdotto il sistema, derivante dalla legge sugli asili nido (LAJE), entrata in vigore lo stesso anno.

“Il sistema si è dimostrato valido, è diventato professionale in quasi 20 anni. Dobbiamo tuttavia migliorare la gestione della FAJE, rafforzare il sostegno alle 33 reti con l’obiettivo di standardizzare le pratiche e migliorare la loro gestione finanziaria”, ha affermato Nathalie Jaquerod. La Corte formula inoltre nove raccomandazioni alla FAJE, che vengono tutte accettate.

Interesse per la gestione dei costi

Nel suo audit, la Corte si è concentrata principalmente sugli aspetti relativi all’occupazione e alla fatturazione dei posti di accoglienza esistenti nonché sulla gestione dei costi, controllando sei reti. Principali critiche: mancanza di chiarezza del sistema considerato troppo complesso e decentralizzato; un sistema di prezzi illeggibile; obiettivi strategici della FAJE troppo generali; e l’insufficiente condivisione degli strumenti gestionali e operativi.

La Corte sottolinea che sono però i Comuni a svolgere un ruolo preponderante nello sviluppo dell’offerta di posti, raggruppandosi in reti. “Molto indipendenti”, riuniscono le strutture di accoglienza che gestiscono l’attività quotidiana e la qualità degli oltre 20.000 posti sovvenzionati.

Prezzi inspiegabili

Si rileva inoltre che gli obiettivi e le disposizioni della legge (LAJE) non sono sufficientemente definiti. Le reti interpretano e applicano questi elementi in modo diverso, il che è difficile da comprendere per genitori e contribuenti. Ad esempio, ogni rete imposta le proprie tariffe a modo suo.

A causa dell’assenza di principi contabili armonizzati e di contabilità analitica, il costo medio di un luogo non è comparabile tra reti o talvolta tra le strutture di una rete. “Le differenze significative risultanti sono quindi difficili se non impossibili da spiegare. Tuttavia, tale analisi permetterebbe di individuare i risparmi», sottolinea Nathalie Jaquerod.

Anche il ruolo e il posizionamento della FAJE rispetto alle reti non sono chiaramente definiti. I suoi obiettivi strategici sono formulati in termini generali e non sono accompagnati da traguardi e scadenze. “La futura revisione della legge da parte del Consiglio di Stato dovrebbe permettere di chiarire il ruolo della FAJE affinché possa imporre meglio i suoi obiettivi”, ha affermato Nathalie Jaquerod.

Unificare il metodo di calcolo

Oltre al sovvenzionamento di parte dei costi salariali del personale educativo e dei compiti di sorveglianza previsti dalla legge, la FAJE ha sviluppato diversi sussidi d’incentivazione volti notaNathalient a sostenere l’apertura di nuovi posti, promuovere l’accessibilità finanziaria o rafforzare la gestione amministrativa delle reti. La performance di questi sussidi è poco messa in discussione, rileva anche l’audit.

Ciascuna rete sceglie inoltre la propria organizzazione e gestione amministrativa in completa autonomia. Sono poche le iniziative volte a mettere in comune le risorse e a realizzare economie di scala, osserva inoltre la Corte. È il caso del settore informatico, dove la stragrande maggioranza delle reti si avvale dello stesso fornitore senza condurre trattative di gruppo.

Restano avanzate altre due critiche. I criteri per l’assegnazione dei posti sono disparati. La presa in considerazione del tasso di attività dei genitori, che è imperativa, non viene applicata in modo uniforme.

Le reti determinano anche gli elementi da considerare nel calcolo del reddito determinante per la fatturazione ai genitori. La Corte è del parere che il sistema guadagnerebbe in trasparenza ed efficienza se questo metodo di calcolo fosse unificato.

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