“Il mio nome è Sasha Trupanov […] Sono in ostaggio da un anno. » Così inizia il video trasmesso dalla Jihad islamica questo mercoledì, 13 novembre 2024. La registrazione mostra un giovane uomo barbuto in piedi davanti a uno sfondo verde, che si identifica come Sacha Trupanov. Parlando in ebraico, ha fatto riferimento all’offensiva militare israeliana in Libano lanciata nella seconda metà di settembre e ai raid aerei israeliani contro l’Iran alla fine di ottobre.
“Cittadini di Israele, per favore, non dimenticateci” implora, prima di invitare gli israeliani a intensificare le manifestazioni volte a fare pressione sul governo affinché rilasci gli ostaggi tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza.
Si tratta del terzo video diffuso dalla Jihad islamica di Sacha Trupanov, russo-israeliano di 29 anni, rapito insieme al compagno Sapir Cohen, dal Kibbutz Nir Oz, dove la coppia era in visita alla famiglia del giovane.
La sua messa in onda avviene pochi giorni dopo che il Qatar ha annunciato la fine della mediazione tra le autorità israeliane e Hamas, con l’obiettivo di ottenere un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi.
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“Non c’è più tempo da perdere”
Sapir Cohen, insieme alla madre e alla nonna di Sasha Trupanov, sono stati rilasciati durante l’unica tregua della guerra innescata dall’attacco di Hamas. Vitali Trupanov, il padre dell’ostaggio, è stato ucciso durante gli attacchi del 7 ottobre.
Questo “video terribile […] sottolinea l’urgenza del ritorno di […] ostaggi”, Chi “non ho più tempo da perdere”, dopo le prove che hanno sopportato e mentre loro “affrontano un rischio maggiore di perdere la vita dopo più di un anno di detenzione”, Lo ha dichiarato in un comunicato il Forum delle Famiglie, la principale associazione dei parenti degli ostaggi.
“Sono sollevato nel vedere mio figlio vivo, ma sono molto preoccupato nel sentire quello che sta dicendo. Esorto a fare ogni sforzo per garantire il suo rilascio immediato e quello di tutti gli altri ostaggi”, ha detto sua madre, Yelena Trupanov, citata nel comunicato stampa.
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97 ostaggi a Gaza
Durante l’attacco senza precedenti dei commando di Hamas del 7 ottobre 2023, 251 persone sono state rapite sul suolo israeliano. A Gaza rimangono 97 ostaggi, 34 dei quali sono stati dichiarati morti dall’esercito.
Secondo il Ministero della Sanità di Hamas, la ritorsione israeliana ha provocato la morte di almeno 43.712 persone nella Striscia di Gaza. Hanno inoltre causato un disastro umanitario e sanitario e hanno costretto alla fuga la quasi totalità dei 2,4 milioni di abitanti. Secondo l’ONU la maggioranza dei morti sono donne e minori.