Rinnovata tensione tra Parigi e Teheran nonostante la liberazione dell’ostaggio Louis Arnaud

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Louis Arnaud accompagnato con i suoi genitori al suo arrivo all’aeroporto Le Bourget, a nord di Parigi, il 13 giugno 2024, dopo il suo rilascio in Iran. Foto fornita da LCI. AFP

Rilasciato il 12 giugno dalla sua cella nel carcere di Evin, vicino a Teheran, Louis Arnaud, consulente di 35 anni, è atterrato giovedì mattina a Parigi, dove lo aspettavano la sua famiglia e il ministro degli Affari esteri, Stéphane Séjourné.

Emmanuel Macron ha annunciato il suo rilascio mercoledì sera, esortando Teheran a farlo ” senza indugio ” gli altri tre francesi ancora detenuti in questo paese. Louis Arnaud ha iniziato nel luglio 2022 un tour mondiale che lo ha portato in Iran. Fu arrestato nel settembre dello stesso anno insieme ad altri europei accusati di aver partecipato alle manifestazioni seguite alla morte di Mahsa Amini, assassinata dalla polizia morale per un velo ritenuto “mal indossato”. I suoi compagni di viaggio furono rapidamente rilasciati, ma Louis Arnaud rimase in prigione prima di essere condannato, nel novembre 2023, a cinque anni di carcere per propaganda e pericolo per la sicurezza dello Stato iraniano.

Questo rilascio avviene mentre la tensione tra Parigi e Teheran è tornata a salire in seguito all’arresto, il 4 giugno, da parte della polizia francese, di Bashir Biazar, ex alto funzionario della televisione pubblica del regime iraniano. Quest’ultimo è stato posto in un centro di detenzione amministrativa in attesa del suo allontanamento dal territorio, presentato come a “emergenza assoluta”. Bashir Biazar, residente in Francia da due anni, è accusato dal Ministero degli Interni di essere un “Agente d’influenza iraniano legato ai servizi segreti della Repubblica islamica dell’Iran”, secondo l’ordine di espulsione emesso nei suoi confronti.

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Il ministero degli Esteri iraniano ha reagito rapidamente e ha chiesto il suo rilascio. Contattato da Il mondo, il Ministero degli Interni non ha voluto commentare la situazione di Bashir Biazar. Mercoledì, i locali di un gruppo di opposizione iraniano in esilio, l’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo (OMPI), a Saint-Ouen-l’Aumône (Val-d’Oise), sono stati perquisiti dalla polizia, dalla gendarmeria e da Urssaf informazioni da LCI e dal parigino. Tre persone sono state arrestate e poste in detenzione amministrativa per presenza illegale in Francia.

Cambio di moneta

Questi eventi si svolgono in un contesto sempre più teso tra la Francia e le autorità iraniane. Sia per ragioni diplomatiche, ma anche per l’attivismo sempre più visibile, secondo le nostre informazioni, dei servizi iraniani sul territorio nazionale, anche se questo è sempre stato relativamente sostenuto. “Oggi siamo un gradino più in alto”, sottolinea una fonte della sicurezza. Un attivismo che coinvolge in particolare la sorveglianza sempre più assertiva della diaspora iraniana in Francia. Operazioni che talvolta vengono denunciate da persone che hanno avuto la sensazione di essere prese di mira, al punto da dar luogo a denunce ai servizi francesi, o addirittura alla presentazione di una denuncia.

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