I funzionari eletti vogliono costringere il Quebec a riprendere la revisione della mappa elettorale

I funzionari eletti vogliono costringere il Quebec a riprendere la revisione della mappa elettorale
I funzionari eletti vogliono costringere il Quebec a riprendere la revisione della mappa elettorale
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Prefetti, sindaci e consiglieri comunali dei Laurenziani si rivolgono ai tribunali affinché, nonostante il disegno di legge 59 adottato il mese scorso, la delimitazione delle circoscrizioni elettorali provinciali venga rivista entro le elezioni del 2026.

Questi eletti vogliono quindi costringere il Quebec a riprendere il processo di revisione della mappa, rinviato a dopo le prossime elezioni generali in vista di quelle successive, nel 2030. Una richiesta in tal senso è stata presentata venerdì pomeriggio al tribunale di Saint-Jérôme.

La richiesta di controllo giurisdizionale è stata presentata dal sindaco di Saint-Colomban, Xavier-Antoine Lalande, a nome del Consiglio dei prefetti e degli eletti della regione Laurentides.

Nel merito, questi ultimi chiedono che la Corte Superiore annulli la legge volta a interrompere il processo di delimitazione delle circoscrizioni elettorali, che ritengono incostituzionale, perché contraria ai principi di equità e di effettiva rappresentatività sanciti dall’articolo 3 della Carta canadese dei Diritti e delle Libertà.

Per evitare il ricorso non è reso teorico a causa di ritardi legaligli eletti hanno anche chiesto al tribunale di ordinare che l’istituzione incaricata della revisione della mappa – la Commissione di Rappresentanza Elettorale (CRÉ), implicata nel caso – riprenda il lavoro che aveva dovuto abbandonare dopo l’adozione della legge 59.

La richiesta, però, CRÉ né si intende chiedere alla Corte di prescrivere il contenuto specifico di una futura mappa elettorale”,”testo”:”non si intende chiedere alla Corte di ordinare che le elezioni previste per il 2026 si svolgano secondo la proposta iniziale di una mappa elettorale come proposto dal CRÉ né allo scopo di chiedere alla Corte di prescrivere il contenuto specifico di una futura mappa elettorale”}}”>non intende nemmeno chiedere alla Corte di ordinare che le elezioni previste per il 2026 si svolgano secondo la proposta iniziale di mappa elettorale proposta dal Parlamento CREARE né allo scopo di chiedere alla Corte di prescrivere il contenuto specifico di una futura mappa elettoraleprecisano.

Includendo nella loro richiesta una richiesta di ingiunzione cautelare, gli eletti non hanno fatto altro che desiderarlo garantire che il processo autonomo di revisione della mappa elettorale prosegua il suo corso in attesa di una decisione nel meritoprecisano.

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Il ministro responsabile delle Istituzioni democratiche, Jean-François Roberge, ha accolto la richiesta dei partiti di opposizione di rinviare la riforma della mappa elettorale a dopo le elezioni del 2026 (Foto d’archivio)

Foto: Radio-Canada / Sylvain Roy Roussel

Il disegno di legge 59 è il risultato di un accordo di principio concluso lo scorso marzo tra il CAQIL Per favore, QS e il P.Q.che prevede la presentazione di un secondo documento legislativo al fine di rivedere i criteri che dovrebbero essere presi in considerazione dall’ CREARE per definire la mappa elettorale.

Adottata nell’indifferenza generale il 2 maggio, ha interrotto un processo che, grazie alla relazione preliminare presentata quest’autunno dal CREAREera all’unanimità contro di lui all’interno della classe politica.

La Commissione ha proposto in particolare di eliminare due collegi elettorali a Montreal e Gaspésie per crearne altri due nei Laurentians e nel Centre-du-Québec, cosa che ha suscitato grande scalpore nelle regioni interessate.

Questi cambiamenti, secondo lei, avrebbero avuto l’effetto di riequilibrare il numero degli elettori in ogni contea, con poche eccezioni, rispettando le differenze consentite dalla legge, che normalmente non dovrebbero superare la media del 25%.

Da allora, tuttavia, questi divari si sono ampliati senza il CREARE può fare qualsiasi cosa, con grande sgomento delle regioni il cui peso politico nell’Assemblea nazionale non è rappresentativo del loro peso demografico, come nel caso dei Laurenziani.

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