Putin rifiuta di voltare le spalle al dollaro: pragmatismo o dipendenza strategica?

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Luc Jose A.

In un momento in cui le tensioni economiche globali stanno ridefinendo le alleanze finanziarie e politiche, la questione del ruolo del dollaro USA e delle potenziali alternative è al centro dell’attenzione. Durante il forum Valdai a Sochi, Vladimir Putin ha chiarito la posizione della Russia sull’uso del dollaro, in risposta alle sanzioni americane che limitano il suo accesso a questa valuta. Questa affermazione viene fatta in un contesto globale in cui diverse nazioni, in particolare all’interno dei BRICS, stanno esplorando alternative al dominio monetario degli Stati Uniti. L’analisi di questa strategia russa, che unisce pragmatismo ed esplorazione di nuove opzioni economiche, permette di comprendere meglio le problematiche attuali e le prospettive di un nuovo equilibrio finanziario internazionale.

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La Russia e il dollaro, tra pragmatismo e sfiducia

Vladimir Putin ha insistito sul fatto che la Russia non intende abbandonare l’uso del dollaro, nonostante le restrizioni americane. “Noi – in ogni caso la Russia – non rifiutiamo il dollaro e non intendiamo farlo”, ha detto. Tuttavia, il presidente russo non ha mancato di criticare la strategia degli Stati Uniti. La definisce “molto stupida” per aver tagliato l’accesso della Russia alle transazioni in dollari. Secondo lui, questa decisione mina in parte il potere americano, che si basa in gran parte sul dominio della sua valuta. Le osservazioni di Putin riflettono un approccio strategico in cui la Russia accetta il dollaro come realtà economica globale, con un riaggiustamento delle sue scelte per ridurre la sua dipendenza dalle sanzioni americane.

Di fronte a questa situazione, Putin ha parlato dell’adattamento della Russia alle nuove tendenze economiche globali attraverso la creazione di strumenti alternativi. Questa scelta mira a limitare l’impatto delle restrizioni finanziarie occidentali senza annunciare una rottura frontale con il dollaro. Una posizione così pragmatica rivela il desiderio della Russia di rafforzare la propria autonomia finanziaria. Pertanto, rimane sempre impegnata nel commercio internazionale, anche in un ambiente ostile.

L’esplorazione delle alternative e le ambizioni dei BRICS

Oltre al dollaro, Putin ha affrontato la possibilità di una moneta comune all’interno dei BRICS. Tuttavia, ha moderato le aspettative al riguardo e ha sottolineato che un’iniziativa del genere è prematura: “È troppo presto per parlarne e al momento non abbiamo tali obiettivi”. Putin ha ricordato che l’istituzione di una moneta comune richiederebbe un’integrazione economica molto più profonda e un’armonizzazione strutturale tra le economie BRICS. Questo progetto rimane per il momento un’idea esplorativa, perché richiede un coordinamento complesso e una convergenza economica che non sono ancora stati raggiunti.

Il discorso di Putin va oltre gli annunci. Critica inoltre gli Stati Uniti per il loro ricorso massiccio all’emissione monetaria e stima che “hanno ricevuto 12.000 miliardi di dollari senza una ragione apparente”. Secondo lui, queste risorse potrebbero essere investite in iniziative ambientali globali, un modo per il presidente russo di suggerire una distribuzione più equa dei guadagni finanziari derivanti dalla posizione dominante del dollaro. Queste prospettive mostrano che la Russia sta prendendo in considerazione opzioni diplomatiche ed economiche per influenzare la governance monetaria globale, anche senza impegnarsi immediatamente in un progetto valutario alternativo.

Le dichiarazioni di Putin al Forum Valdai riaffermano la capacità della Russia di adottare una strategia finanziaria adattabile e resiliente di fronte alle pressioni internazionali. Mentre il dibattito su una valuta alternativa guadagna importanza, la cautela della Russia e la complessità dei piani BRICS riflettono gli ostacoli alla rimodellazione dell’ordine monetario globale.

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Luc Jose A.

Laureato a Sciences Po Toulouse e titolare di una certificazione di consulente blockchain rilasciata da Alyra, ho aderito all’avventura Cointribune nel 2019. Convinto del potenziale della blockchain di trasformare molti settori dell’economia, mi sono preso l’impegno di sensibilizzare e informare il generale pubblico su questo ecosistema in continua evoluzione. Il mio obiettivo è consentire a tutti di comprendere meglio la blockchain e cogliere le opportunità che offre. Mi sforzo ogni giorno di fornire un’analisi obiettiva degli eventi attuali, di decifrare le tendenze del mercato, di trasmettere le ultime innovazioni tecnologiche e di mettere in prospettiva le questioni economiche e sociali di questa rivoluzione in corso.

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