Secondo un sondaggio CSA per CNEWS, JDD e Europe 1, pubblicato giovedì 7 novembre, il 69% dei francesi ritiene che il governo non tenga sufficientemente conto della sicurezza dei francesi.
Mentre in Francia l’insicurezza è sempre più avvertita, la minaccia “crescente ed estremamente grave” del traffico di droga richiede una “risposta ferma da parte dello Stato”, ha affermato martedì scorso il ministro della Giustizia Didier Migaud. E secondo un sondaggio CSA* per CNEWS, JDD e Europe 1 pubblicato giovedì, il 69% dei francesi ritiene che il governo non tenga sufficientemente conto della sicurezza della popolazione.
Quest’ultimo ha infatti risposto “no” alla seguente domanda: “Secondo lei, il governo tiene sufficientemente conto della sicurezza dei francesi”. Al contrario, il 30% degli intervistati ha risposto “sì” a questa domanda e l’1% di loro non ha commentato.
Significativa la percentuale di “no” tra i giovani tra i 50 e i 64 anni, pari al 79%. Supera il 60% in tutte le fasce di età. La percentuale più bassa si registra tra i 35-49 anni (61% “no”) e tra i 18 e i 24 anni (66% “no”).
Per quanto riguarda le categorie socio-professionali, i CSP- hanno risposto “no” alla domanda posta dall’istituto CSA (77%), rispetto ai CSP+ e agli inattivi, che rappresentano le persone meno avvantaggiate (rispettivamente 59% e 71%). %).
Il diritto solo contro tutti
L’idea che il governo non tenga sufficientemente conto della sicurezza dei francesi è ampiamente condivisa dagli elettori di destra, tranne… quelli della maggioranza presidenziale e di sinistra. Non sorprende infatti che i francesi che si dichiarano vicini al campo presidenziale ritengano che il governo risponda bene su questo tema con il 59% di “sì”, rispetto al 61% del partito Rinascimentale.
A sinistra, stessa storia, solo il 43% dei sostenitori del Partito socialista pensa che il governo non si preoccupi abbastanza della sicurezza, 7 punti in meno di quelli di La France insoumise e degli Ecologisti (50%).
Infine, il 97% dei francesi vicini ai repubblicani ha votato ampiamente per il “no” (79%), ovvero 10 punti in meno rispetto al Raggruppamento Nazionale.
Sul tavolo un disegno di legge per il 2025
Questo venerdì, il Ministro della Giustizia dovrà recarsi insieme al Ministro degli Interni a Marsiglia, dove i regolamenti di conti tra narcotrafficanti sono particolarmente omicidi e sordidi, con il coinvolgimento di giovani di 14-15 anni come sicari. I due ministri devono annunciare insieme diverse misure. “Siamo totalmente in sintonia”, ha assicurato Didier Migaud. Alla domanda se ci fosse bisogno di una legge in materia, ha risposto “certamente”.
“Voi avete un lavoro considerevole da parte di una commissione d’inchiesta che sta formulando un certo numero di proposte”, ha osservato riferendosi alla commissione d’inchiesta del Senato sul traffico di droga. “Siamo completamente aperti a queste proposte”, ha detto.
Un disegno di legge è sul tavolo del Senato da luglio e il primo ministro Bruno Retailleau ha già detto che vuole che venga esaminato “il più rapidamente possibile”, “al più tardi all’inizio dell’anno”. Interrogato sulla questione della creazione di una nuova Procura nazionale dedicata alla lotta contro il traffico di droga e la criminalità organizzata, come previsto dal suo predecessore Éric Dupond-Moretti, Didier Migaud si è detto “favorevole ad un’organizzazione che permetta di lottare contro questa piaga.
“La procura nazionale può assolutamente essere una soluzione”, ha giudicato, precisando che “spetta al Parlamento decidere”. Sulla questione dei tossicodipendenti, ha ritenuto necessario affrontare “il tema del recupero delle multe”, ma si è detto anche “favorevole a campagne di informazione che mostrino tutti i pericoli della droga sulla salute”.
*Indagine effettuata nei giorni 5 e 6 novembre mediante questionario online autosomministrato su un campione rappresentativo a livello nazionale di 1.010 persone di età superiore ai 18 anni, utilizzando il metodo delle quote.