L'incidente in cui sono morti cinque soldati in Libano

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Tragico incidente nel sud del Libano: amare lezioni per l'unità Egoz dell'IDF

Gli eventi che hanno portato alla tragica morte di cinque soldati dell'unità Egoz all'inizio di ottobre nel Libano meridionale continuano a sollevare interrogativi all'interno dell'IDF. Secondo le testimonianze raccolte, la decisione di entrare in un edificio sospettato di essere controllato da terroristi ha dato luogo a dibattiti tra le truppe sulla tattica da adottare per neutralizzare ogni potenziale minaccia.

Le testimonianze di soldati e comandanti sul posto indicano che sono state prese in considerazione due opzioni: un ingresso discreto, per evitare di attirare l'attenzione ed evitare potenzialmente vittime, o un approccio più aggressivo, supportato dal fuoco per mettere in sicurezza l'area. Alla fine, un gruppo è entrato silenziosamente nell'edificio, pensando che fosse vuoto. All'interno, però, un soldato ha avvistato un terrorista addormentato, sul quale ha immediatamente aperto il fuoco, scatenando un intenso scontro armato.

Fin dall'inizio dello scontro a fuoco, le truppe sul posto si sono trovate di fronte a un dilemma cruciale: mancava un soldato, senza che fosse possibile accertare se fosse tenuto prigioniero o se fosse morto. Questa incertezza complicò le scelte tattiche, con i soldati esitanti nel lanciare granate o nel fuoco di copertura pesante per paura di ferire il loro compagno.

L'edificio, circondato da una fitta vegetazione, poneva difficoltà di accesso e visibilità per le forze di soccorso. Inoltre, le comunicazioni sono state rese complicate dalla configurazione del terreno e alcuni soldati hanno riferito che le richieste di aiuto effettuate tramite la rete di comunicazione sono rimaste senza risposta. Alla fine furono inviati i rinforzi, ma la situazione era diventata pericolosa sotto il pesante fuoco dei terroristi.

Le famiglie dei soldati, supportate dalle testimonianze di alcuni comandanti, hanno espresso critiche per la mancanza di supporto aereo e di artiglieria durante l'incidente. La mancanza di un'adeguata copertura complicò l'evacuazione dei feriti, che dovette essere effettuata sotto il fuoco nemico e in condizioni di terreno difficili.

I comandanti e i soldati presenti sul posto hanno riferito che, di fronte alle difficoltà, gli atti di coraggio sono aumentati. Nonostante la mancanza di risorse, l’équipe medica di Egoz ha effettuato l’evacuazione sotto un intenso fuoco, e i soldati hanno mostrato determinazione nel sostenere i loro compagni feriti. Le barelle furono trasportate per più di due chilometri sotto i proiettili e, nonostante l'esaurimento, i soldati continuarono coraggiosamente la missione.

Il portavoce dell'IDF ha elogiato l'impegno e la leadership dei soldati di Egoz, sottolineando il loro eroismo di fronte ad una situazione estremamente complessa. Le prime conclusioni dell'indagine interna, che mira a identificare i fallimenti e trarre lezioni per il futuro, sono già state condivise con le famiglie delle vittime. L'esercito ha inoltre annunciato che all'interno dell'unità sono state organizzate sessioni di informazione e feedback per evitare che simili tragedie si ripetano.

Nonostante queste dolorose perdite, i soldati di Egoz continuano la loro missione su altri fronti, continuando a difendere il proprio Paese con professionalità. L'IDF ha affermato che le lezioni apprese da questo incidente verranno integrate nella strategia militare in tempo reale, affinché il sacrificio di questi soldati non sia vano e l'esercito sia meglio preparato per le sfide future.

L'unità Egoz è un'unità d'élite dell'esercito israeliano, specializzata in operazioni di controguerriglia e missioni su terreni difficili. Integrato nella brigata Golani, Egoz è stata fondata nel 1956 ma è stata sciolta più volte, prima di essere definitivamente ricostituita nel 1995 per rispondere alle esigenze specifiche di lotta contro i gruppi armati non convenzionali, in particolare in Libano, contro Hezbollah.

Egoz si distingue per la capacità di operare in piccoli gruppi autonomi e di svolgere missioni di ricognizione, imboscata e infiltrazione. I suoi membri sono addestrati a combattere in vari ambienti: aree boschive, montagne e condizioni desertiche, nonché per il combattimento urbano. La maggior parte delle loro operazioni si concentrano sulle aree di confine di Israele, in particolare nel nord, lungo il confine libanese e nel sud, dove si trovano ad affrontare le minacce provenienti da Gaza.

I soldati Egoz ricevono un addestramento estremamente rigoroso, che copre varie abilità come mimetizzazione avanzata, navigazione su terreni difficili e combattimento ravvicinato. Sono inoltre addestrati a resistere fisicamente e mentalmente a condizioni estreme, il che li rende un'unità adatta a missioni lunghe, autonome e spesso molto rischiose.

Dalla sua rifondazione, l’unità Egoz ha svolto un ruolo importante in diverse operazioni di sicurezza nazionale. È stata attivamente coinvolta nei conflitti in Libano, inclusa la guerra del 2006 contro Hezbollah, dove ha condotto numerose missioni volte a interrompere le operazioni dei combattenti nemici. È inoltre mobilitato per operazioni antiterrorismo, in particolare in Cisgiordania e in altre aree palestinesi, per prevenire attacchi terroristici e smantellare le reti.

L'equipaggiamento dell'unità Egoz è progettato per la mobilità e la furtività. I suoi soldati sono spesso equipaggiati con fucili leggeri, granate e apparecchiature di comunicazione avanzate adatte alle operazioni su terreni boscosi. Oltre ad un intenso addestramento fisico e tattico, i soldati Egoz imparano a sfruttare l'ambiente a proprio vantaggio, sfruttando il terreno montuoso e boscoso per sorprendere il nemico.

L'unità Egoz è considerata una delle forze più capaci e versatili dell'IDF. La sua specializzazione nella lotta alla guerriglia e la sua capacità di effettuare operazioni discrete lo rendono cruciale per la strategia di difesa di Israele. Egoz incarna una parte importante dell'approccio israeliano alla “guerra asimmetrica”, in cui metodi e tattiche differiscono da quelli delle unità convenzionali per rispondere alle minacce poste da gruppi paramilitari ben organizzati.

Per molti, Egoz rappresenta l'eccellenza dell'esercito israeliano nella lotta alle minacce irregolari, e i soldati che riescono a integrare questa unità sono visti come appartenenti a un'élite militare.

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