Produzione di petrolio –
I membri dell’OPEC+ estendono i tagli alla produzione fino alla fine dell’anno
Otto paesi membri dell’OPEC+ hanno annunciato che estenderanno i tagli alla produzione di petrolio fino alla fine di dicembre. Una decisione che mira a sostenere gli attuali prezzi del petrolio.
Pubblicato oggi alle 18:32
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Diversi membri dell’OPEC+, tra cui Arabia Saudita e Russia, hanno annunciato domenica un’estensione dei tagli alla produzione di petrolio fino alla fine di dicembre, rinviando così la riapertura delle chiuse di fronte al calo dei prezzi.
Gli otto paesi “hanno concordato di estendere le loro ulteriori riduzioni volontarie della produzione di 2,2 milioni di barili al giorno per un altro mese”, ha affermato l’alleanza in una nota.
Colpiti sono anche Iraq, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Kazakistan, Algeria e Oman. Questa decisione mira a sostenere i prezzi, con il WTI americano e il Brent che si aggirano intorno ai 70 dollari a fronte di una domanda incerta e di un’offerta in accelerazione.
I membri dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC), guidata dall’Arabia Saudita, e i loro alleati guidati da Mosca, hanno stipulato un accordo chiamato OPEC+ nel 2016 per influenzare meglio il mercato.
Sei milioni di barili tenuti sotto terra
Questa alleanza, ora composta da 22 membri, mantiene attualmente quasi sei milioni di barili sottoterra attraverso tre diversi meccanismi, sia a livello di gruppo che sotto forma di tagli volontari.
Tutti i ministri si dovrebbero incontrare all'inizio di dicembre a Vienna, sede dell'Opec, ma con l'annuncio di domenica gli otto paesi che effettuano queste riduzioni volontarie hanno già deciso di non riaprire i rubinetti dell'oro nero solo dall'inizio del 2025.
Si tratterà quindi di almeno tre mesi di ritardo rispetto al programma iniziale: all'inizio di giugno, durante l'ultima riunione ministeriale, l'OPEC e i suoi alleati hanno annunciato la volontà di aumentare la produzione a partire da ottobre.
Una decisione incerta
L'alleanza, tuttavia, si è preoccupata di creare una via d'uscita, insistendo in più occasioni sul fatto che questa decisione potrebbe essere rivista in qualsiasi momento.
I prezzi sono indeboliti da diversi mesi dalle incertezze economiche, in particolare in Cina, secondo consumatore mondiale e principale motore della crescita della domanda globale di petrolio, e negli Stati Uniti, sospesi dai risultati delle elezioni americane previste per il 5 novembre. .
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