Il gigante della stablecoin Tether ha rivelato di aver generato profitti per 2,5 miliardi di dollari durante il terzo trimestre del 2024, portando il profitto di nove mesi a 7,7 miliardi di dollari.
Secondo l’ultimo rapporto di Tether, la società ha registrato un’impennata nell’emissione di stablecoin, raggiungendo quasi 120 miliardi di dollari in circolazione, un nuovo massimo storico e un aumento del 30% su base annua.
Questa crescita avviene quando la domanda di stablecoin aumenta in risposta all’inflazione e all’aumento dei tassi di interesse. Il Tesoro degli Stati Uniti ha recentemente riconosciuto il ruolo delle stablecoin nei mercati finanziari, mettendo in guardia sulle possibili sfide future.
L’ultima attestazione di Tether, verificata da BDO Italia, rivela 125,5 miliardi di dollari di asset contro 119,4 miliardi di dollari di passività, portando le riserve in eccesso a oltre 6 miliardi di dollari. La maggior parte delle attività di riserva, circa 105 miliardi di dollari, sono in contanti ed equivalenti, con una massiccia esposizione al Tesoro americano attraverso partecipazioni dirette e fondi del mercato monetario. Tether detiene anche 5 miliardi di dollari in oro e 4,8 miliardi di dollari in bitcoin, tra le altre attività.
La divisione di venture capital dell’azienda, Tether Investments, ha aumentato il proprio valore patrimoniale netto a 7,7 miliardi di dollari, rispetto ai 6,2 miliardi di dollari del secondo trimestre, e ora comprende 2.7100 partecipazioni in bitcoin per un valore di quasi 500 milioni di dollari. Questi investimenti supportano l’espansione di Tether nei settori dell’energia, dell’estrazione mineraria e dell’intelligenza artificiale.
USDT, la stablecoin di punta di Tether, è la terza più grande criptovaluta per capitalizzazione di mercato e rimane una fonte chiave di liquidità sugli scambi, in particolare nei mercati emergenti.
Allo stesso tempo, Tether ha risposto alle recenti accuse di un’indagine statunitense sulle sanzioni e sulle violazioni antiriciclaggio, con il CEO Ardoino che ha affermato il rispetto da parte di Tether delle sanzioni statunitensi e il suo impegno a detenere il debito statunitense.
Ardoino ha criticato il rapporto del Wall Street Journal, aggiungendo che Tether collabora regolarmente con le forze dell’ordine per contrastare attività illegali e dal 2014 ha persino contribuito a recuperare 109 milioni di dollari legati a frodi e altre azioni illecite.
Il CEO di Tether ha anche sottolineato quello che considera un approccio normativo in ritardo negli Stati Uniti, che secondo lui ha costretto molte società di criptovaluta a cercare giurisdizioni più favorevoli all’estero. Tuttavia, spera che l’atteggiamento normativo possa cambiare dopo le elezioni presidenziali americane del 2024.
Secondo quanto riferito, le autorità statunitensi stanno indagando su Tether, la società dietro la più grande stablecoin mondiale USDT, per presunta violazione delle norme e delle sanzioni antiriciclaggio.
Secondo un articolo del Wall Street Journal, l’indagine si concentra sul ruolo di Tether nel facilitare attività illecite come il terrorismo, il traffico di droga e la criminalità informatica. Secondo quanto riferito, sarebbero coinvolti l’ufficio del procuratore degli Stati Uniti a Manhattan e il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, quest’ultimo sta valutando sanzioni che potrebbero impedire alle società statunitensi di fare affari con Tether.
Questa non è la prima volta che Tether viene messo sotto esame. La Commodity Futures Trading Commission (CFTC) aveva precedentemente affermato che Tether aveva rilasciato dichiarazioni fuorvianti sulle sue riserve. Tuttavia, Tether afferma di rispettare gli standard legali e di collaborare in modo proattivo con le forze dell’ordine globali per garantire che la sua piattaforma non venga utilizzata in modo improprio.