Questo giovedì, 31 ottobre, il Papa ha ricevuto in udienza i partecipanti all'XI Congresso nazionale del Movimento per l'Impegno Educativo dell'Azione Cattolica. Francesco li ha ringraziati per il servizio educativo reso e li ha esortati ad accettare «la sfida di lavorare a livello umano e cristiano». Perché educare, ha detto, “significa soprattutto riscoprire” e “valorizzare la dignità della vita umana”.
Agostino Asta – Città del Vaticano
L’istruzione è un diritto fondamentale ma anche un potente vettore di sviluppo. In occasione dell'XI Congresso Nazionale dell' Movimento per l'impegno educativo dell'Azione Cattolica, Papa Francesco ha ricordato ai partecipanti l'importanza di questo diritto fondamentale, a volte disprezzato. “Il servizio educativo che caratterizza il vostro movimento comporta, oggi forse ancor più che in passato, la sfida di operare a livello umano e cristiano”ha detto il Vescovo di Roma. “Educare – come voi sapete e testimoniate – significa soprattutto riscoprire e valorizzare la centralità della persona in un contesto relazionale dove la dignità della vita umana trova compimento e spazio adeguato per svilupparsi”, ha dichiarato.
Per Francesco il progetto formativo dell’Azione Cattolica Italiana si traduce in una “visione organica e sistematica della missione educativa. “Fin dall'Assemblea Costituente del 1990, quando avete raccolto l'eredità del Movimento degli insegnanti cattolici, vi siete dedicati con creatività, prestando attenzione ai segni dei tempi e lasciandovi sempre illuminare dal Vangelo. Avete portato avanti questa azione educativa cercando di restare saldamente radicati nei territori, in spirito di collaborazione con le Chiese locali e con le altre realtà del laicato cattolico. il Santo Padre si è congratulato con loro.
Uscire dai “labirinti della complessità”
Nel contesto attuale, l’attività educativa si trova ad affrontare numerose sfide. Lei “si trova immerso in un orizzonte quasi senza precedenti”, ha confidato il Papa. Oggi, ha aggiunto, è urgente esserlo “educatori dal cuore grande” per uscire da “labirinti di complessità che influiscono sulle relazioni umane”. Ciò richiede, ci ricorda il Papa, di non farlo “non essere mai solo”.
“L’educazione cristiana attraversa un territorio inesplorato, segnato dal cambiamento. Allo stesso tempo raccogliamo le esperienze positive che tante famiglie ci trasmettono, che ci trasmettono le scuole, le comunità parrocchiali, le associazioni e la stessa pedagogia”.
È quindi necessario, pensa François, costruire e consolidare “rapporti fruttuosi con i diversi attori del processo educativo: cioè famiglie, insegnanti, leader sociali, dirigenti e allenatori sportivi, catechisti, sacerdoti, religiosi e religiose, senza trascurare la collaborazione con le istituzioni pubbliche. In questo processo bisogna tenere conto anche dei bambini. “Non dovrebbero essere passivi nel processo educativo, dovrebbero essere attivi”ha aggiunto.
“Espandete i vostri cuori”
Per il bene della società nel suo insieme “siete chiamati ad allargare i vostri cuori”, ha sostenuto il Successore di Pietro, raccomandando anche ai partecipanti di “non abbiate paura di proporre alti ideali”ma anche non farlo “Scoraggiamento di fronte alle difficoltà».
Questo Congresso, ha spiegato il Sovrano Pontefice, è un'occasione per questo Movimento per rinnovare il proprio impegno “perseguire un’idea e una pratica educativa che ponga effettivamente al centro la persona, il suo valore inalienabile e la sua dignità originaria” in modo che l'essere umano “essere sempre e comunque considerato come fine e mai ridotto a mezzo, per nessuna ragione”.
Per questo è quindi necessario, ritiene il Papa argentino, promuovere, come già fa questo movimento, l'educazione “che aiuta a ritornare a sé stessi, a coltivare l'interiorità, la trascendenza, la spiritualità, come elementi essenziali dello sviluppo integrale della persona umana, in tutte le sue dimensioni: spirituale, esistenziale, emotiva, culturale, sociale, politica”.
L'incontro con il Movimento Educativo di Azione Cattolica
Seminare speranza
Giubileo 2025 è “un tempo per seminare speranza”, disse François. CPer questo auspica che in questo periodo così importante venga data particolare attenzione ai bambini, agli adolescenti e ai giovani. «Dobbiamo guardarli con fiducia, con empatia, direi anche con lo sguardo e il cuore di Gesù. Sono il presente e il futuro del mondo e della Chiesa. Sta a noi accompagnarli, sostenerli, incoraggiarli e, attraverso la nostra testimonianza, indicare loro la strada giusta che porta ad essere fratelli e sorelle”ha detto il Papa.
Mettere sempre l'amore al centro
L'amore è un “criterio, intelligente e fiducioso, da tenere presente in ogni vostra attività”, ha ricordato François. Poiché attraverso i processi educativi, “esprimiamo il nostro amore per gli altri, per chi ci è vicino o ci è affidato”. È essenziale che “l'educazione si basi, nel metodo e nei suoi obiettivi, sull'amore”.
“Senza amore non possiamo educare. Educare sempre con amore!”ha concluso François affidando ai partecipanti di questo 11e congresso”per intercessione del Venerabile Giuseppe Lazzati, maestro e testimone credibile, modello di educatore cristiano”.