In seguito all'aumento della tassa di solidarietà nel bilancio 2025, Air France ha aumentato il prezzo dei suoi biglietti aerei…
L'aumento della tassa di solidarietà sarà attuato dal governo a partire dal 1° gennaio 2025 e Air France lo anticipa. Questa tassa ridurrà quindi il potere d’acquisto dei consumatori e la domanda di viaggi.
La tassa aumenterà da 2,63 a 9,50 euro per un volo interno in classe economica e da 63 euro a 120 euro per un volo di oltre 5.500 km in prima classe. L'aumento è quindi significativo in percentuale sul prezzo del biglietto.
Le compagnie aeree hanno tuttavia criticato questo aumento e il peso della tassazione in Francia, ma nulla aiuta.
“Gli aumenti previsti avranno un forte impatto su una bandiera francese che è emersa molto indebolita dalla crisi COVID e rischiano di portare alla scomparsa di interi settori del trasporto aereo francese, compresa l’aviazione generale e d’affari. La FNAM non può che rammaricarsi dell'assenza di uno studio sull'impatto economico della proposta governativa. In particolare, non si tiene conto degli effetti cumulativi di queste proposte con la fiscalità francese già esistente nonché con le misure ambientali già adottate a livello europeo che stanno entrando in vigore (Fitfor55)” ha precisato la Federazione nazionale dell'aviazione mercantile.
Le tasse ridurranno la competitività del settore aereo francese a livello internazionale
Anche la Gias, che rappresenta i produttori, si è opposta a questa tassa.
“La massa di misure fiscali previste nel PLF 2025 – sovrattassa sul trasporto aereo, aumento dei prelievi obbligatori, estensione del CVAE – andrà a scapito della bandiera francese e dei suoi territori, aggiungendosi ulteriormente alle misure del pacchetto europeo Fitfor55. Ridurranno la nostra attrattiva turistica e porranno un brusco freno alla reindustrializzazione del settore. L’aeronautica è uno dei (troppo rari) campioni francesi dell’export industriale. Con più di 30 miliardi di euro di surplus nel 2023, è al primo posto davanti a profumi e cosmetici (16,7 miliardi) e bevande (15,4 miliardi), mentre la Francia ha un deficit di 100 miliardi. Le misure che danneggiano la nostra competitività e la nostra attrattiva non saranno prive di effetti negativi in un mondo ipercompetitivo. Il nostro posto non è immutabile. In Cina, negli Stati Uniti e presto in India, sostenuti da politiche governative particolarmente incoraggianti. Se non rimarremo all’avanguardia della tecnologia, i nostri concorrenti continueranno a conquistare quote di mercato e a erodere la leadership francese ed europea nel settore aeronautico”.
Piuttosto che limitare la spesa pubblica in modo che raggiunga una quota più ragionevole del PIL come sotto De Gaulle (34,5% delle ritenute fiscali in percentuale del PIL nel 1969), preferiamo tassare le industrie più competitive. Strana strategia economica identica a quella dell’UE dove, con il pretesto di buone cause, uccidiamo l’economia a lungo termine tassando e moltiplicando le normative verdi…