Il diritto all’aborto al ballottaggio il 5 novembre in dieci Stati
Se il diritto all’aborto sarà onnipresente nella campagna presidenziale americana, sarà concretamente inserito anche nelle schede elettorali degli elettori di dieci Stati americani. Il 5 novembre infatti non sono solo le elezioni presidenziali americane, ma le elezioni generali durante le quali gli americani scelgono, oltre agli eletti alla Camera dei Rappresentanti, molti altri eletti locali e votano su una miriade di referendum.
In Arizona, Colorado, South Dakota, Florida, Maryland, Missouri, Montana, Nebraska e Nevada, gli elettori dovranno decidere sul diritto all’aborto. Nello Stato di New York la questione sarà correlata. Dalla revoca da parte della Corte Suprema nel giugno 2022 del caso Roe v. Wade, che difendeva il diritto all’aborto a livello federale, la decisione spetta agli Stati.
Nell’Arizona, l’interruzione volontaria della gravidanza è attualmente legale fino al 15e settimana. Oltre a ciò, la legge prevede un’eccezione in caso di pericolo per la vita della madre, ma non in caso di stupro o incesto. Gli elettori dovranno decidere se tutelare il diritto all’aborto fino al 24e settimana di gravidanza, periodo dal quale il feto è considerato vitale.
Nel Colorado, l’aborto è legale in tutte le fasi della gravidanza. Agli elettori viene chiesto di sancire questo diritto nella Costituzione dello Stato e di consentire l’uso di fondi pubblici per tutelarlo.
In Florida, l’aborto è illegale dopo la sesta settimana di gravidanza, periodo in cui molte donne non sanno ancora di essere incinte. In caso di stupro, incesto o pericolo per la madre, questo periodo può essere prolungato fino a quindici settimane. Un referendum propone di tutelare il diritto all’aborto fino alla vitalità del feto.
Dakota del Sud ha una delle leggi più restrittive in materia poiché l’aborto è proibito, a meno che il proseguimento della gravidanza non metta in pericolo la vita della madre. Una proposta, che difficilmente verrà adottata in questo Stato molto conservatore, chiede agli elettori di includere il diritto all’aborto nella Costituzione dello Stato fino al primo trimestre di gravidanza. Oltre a ciò, la limitazione del diritto all’aborto deve essere compatibile con la salute della madre.
Nel Maryland, laddove l’aborto è legale, gli elettori sono incoraggiati a sancire questo diritto e, più in generale, il diritto “diritti riproduttivi” nella Costituzione dello Stato.
Nel Missouri, altro stato particolarmente restrittivo, dove l’aborto è illegale tranne nei casi di“emergenza sanitaria”un referendum propone di autorizzare l’aborto fino alla vitalità del feto.
Nel Montana, laddove l’aborto è legale finché il feto non è vitale, una proposta presentata agli elettori mira a sancire tale diritto nella Costituzione dello Stato.
Nel Nebraska, l’aborto è legale solo fino al 12e settimana di gravidanza. Solo i casi di stupro, incesto o di pericolo della vita della madre autorizzano l’aborto dopo questa fase. In questo Stato gli elettori dovranno decidere su due proposte concorrenti: includere la legge attuale nella Costituzione dello Stato o, al contrario, tutelare il diritto all’aborto fino al 24.e settimana di gravidanza.
Nel Nevada, l’aborto è possibile solo in caso di pericolo per la madre fino al 24e settimana di gravidanza. Un referendum prevede di ampliare l’accesso all’aborto e di includerlo nella Costituzione. In caso di vittoria del sì, gli elettori saranno invitati a votare nuovamente nel 2026 e solo se voteranno nuovamente il sì il diritto verrà ratificato.
Nello Stato di New York, l’aborto è legale fino al 24e settimana di gravidanza e oltre, dietro consiglio medico. Il quesito referendario non riguarda direttamente il diritto all’aborto, ma propone di includere le donne incinte in un emendamento alla Costituzione dello Stato sulla parità di diritti e sulla tutela dell’accesso ai diritti riproduttivi per tutti.