La tensione aumenta nuovamente questo martedì nell’Asia orientale. La Cina ha infatti iniziato esercitazioni con proiettili veri vicino a Taiwan. Le autorità taiwanesi, da parte loro, hanno dichiarato di monitorare da vicino queste manovre, che hanno descritto come una “minaccia” alla stabilità regionale.
Mantenendo la pressione sull’isola, Pechino aveva già organizzato a metà ottobre manovre su larga scala con un numero record di aerei e navi militari intorno a Taiwan, mentre il presidente cinese Xi Jinping lanciava un appello affinché le truppe si preparassero alla guerra.
“Intimidazioni” che “minano la pace”
Lunedì l’Amministrazione cinese per la sicurezza marittima di Pingtan, cittadina nella provincia cinese del Fujian, ha annunciato il lancio di proiettili veri per quattro ore, a partire dalle 9 del mattino (le 3 di Parigi) in un’area di circa 150 chilometri quadrati. Pingtan è il luogo della Cina continentale più vicino a Taiwan. La zona dove è avvenuta la sparatoria si trova a un centinaio di chilometri dall’isola.
Per Taipei, queste esercitazioni potrebbero far parte della “tattica di Pechino per rafforzare la sua intimidazione” nello Stretto di Taiwan. Il primo ministro Cho Jung-tai li ha descritti come una “minaccia che mina la pace e la stabilità regionale”.
Washington viene coinvolta
La situazione di stallo non è certamente solo regionale. Durante il fine settimana, una nave da guerra americana e un’altra canadese hanno attraversato lo Stretto di Taiwan, largo 180 chilometri, nell’ambito di passaggi regolari effettuati da Washington e dai suoi alleati per rafforzare il suo status di via d’acqua internazionale. Pechino ha condannato questo passaggio, affermando che ha interrotto “la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan”.