È la Giornata internazionale della convivenza in pace

È la Giornata internazionale della convivenza in pace
È la Giornata internazionale della convivenza in pace
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Nel dicembre 2017 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato all’unanimità la risoluzione emessa dallo sceicco Khaled Bentounes dell’associazione AISA e ha così promulgato il 16 maggio come Giornata internazionale della convivenza in pace. Ciò per sottolineare in particolare che “la Giornata internazionale del vivere insieme in pace sarà un mezzo per mobilitare regolarmente gli sforzi della comunità internazionale a favore della pace, della tolleranza, dell’inclusione, della comprensione e della solidarietà.

Un’opportunità per tutti noi di esprimere il profondo desiderio di vivere e agire insieme, uniti nella differenza e nella diversità, con l’obiettivo di costruire un mondo vivibile basato sulla pace, la solidarietà e l’armonia. » Un promemoria quindi per ricordare al mondo intero che la nostra convivenza purtroppo rimane fragile date le crisi economiche, i conflitti, le guerre e le altre violenze che dobbiamo affrontare. Ricordaci che ognuno di noi deve essere consapevole, volontario e determinato a lavorare per unire le persone. Perché dobbiamo aspettare la Pace per poter finalmente convivere pacificamente? Oppure abbiamo bisogno di sviluppare la nostra convivenza per raggiungere la Pace?

Senza utopia, l’idea di vivere in pace, di convivere, nobile ideale altrove; risale alla genesi stessa dell’umanità, ma è sempre stata sofferente perché siamo così imperfetti, perché gli esseri umani sono così imperfetti! Questa volta, il 16 maggio, una giornata di valorizzazione di questo ideale non può quindi lasciare indifferenti e dovrebbe essere sinonimo di un cambiamento di stato d’animo, o addirittura dell’inizio di un impegno! Da parte sua, il Gruppo di Dialogo Interreligioso della Riunione, la GDIR; lavora da 24 anni per riunire tutte le confessioni religiose dell’isola indipendentemente dalla loro sensibilità culturale, per unire gli esseri umani indipendentemente dalle loro origini e credenze.

Perché senza dialogo, senza Rispetto per l’Altro, senza coltivare ogni giorno il desiderio di imparare dall’Altro, la nostra identità reunionese si impoverirà. Nout manir viv an kréol ci ha permesso di condividere questo pezzo di terra nell’Oceano Indiano e se spesso ci lamentiamo della lontananza da un centro, per una volta, la nostra insularità geofisica di fatto ci ha permesso di costruire in quasi 4 secoli, un laboratorio umanistico, un concentrato di Umanità.

Convivere non dovrebbe essere sinonimo di vivere uno accanto all’altro; dobbiamo dialogare, scambiare, comprendere a fondo ma soprattutto condividere i contributi di ognuno di noi. Di fronte agli eccessi espansionistici di alcuni dogmi religiosi che nel corso dei millenni, attraverso crociate, proselitismo e altro, tentano di dividere i popoli, dobbiamo rimettere a fuoco il fondamento stesso della parola religione, religare in latino, che nel suo senso deve innanzitutto connettere gli esseri umani , collega me e te.

Esiste una sola razza sulla Terra, la Razza Umana! Ce lo ha detto Swami Pranavanandaji. Ma, dati i problemi regionali e nazionali, i disordini globali, sorgono dubbi! E sì, gli esseri umani sono solo materia imperfetta e ogni giorno dobbiamo rafforzare il nostro modo di vivere in creolo e non solo la nostra convivenza.

In questo senso, non contrapponiamo le diverse sfaccettature della nostra ricca cultura reunionese; perché come ha detto il professor Prosper Eve durante un convegno, questo concetto di convivenza sta esaurendosi e deve lasciare il posto alla vera condivisione, al convivere con e non accanto! Il nostro Paese, ricco di tutti questi apporti di civiltà, base della nostra identità reunionese, deve permetterci di far emergere il meglio di noi stessi e combattere il ripiegamento su noi stessi e il rifiuto dell’Altro.

Anche dal 2022, la GDIR ha saputo sensibilizzare un certo numero di partner associativi, accademici e istituzionali intorno a questa data del 16 maggio e quindi diffondere questa ambizione, questo ideale, in particolare facendo di Rényoné, la nostra Terra, la nostra Riunione una realtà parlare.

In un mondo in rapida accelerazione in cui ci sono molte connessioni, la paura e il ritiro nell’identità sembrano prendere piede nelle nostre relazioni con gli altri e con il mondo. Tuttavia, in mezzo a questo rumore alimentato dai media, stanno emergendo movimenti animati dallo stesso obiettivo: mettere le relazioni umane al centro delle loro preoccupazioni, puntando soprattutto sull’educazione e sulla conoscenza dell’Altro.

Siamo orgogliosi della nostra Isola Mondo e sappiamo valorizzarla al posto che le spetta! Ai pessimisti, ai detrattori, opponiamo il nostro saper fare, il nostro vivere insieme, il nostro convivere, sulla base di tutti i nostri valori morali, religiosi e civili.

E come diceva bene Maria Montessori: “Tutti parlano di pace ma nessuno educa alla pace. Educhiamo alla competizione e la competizione segna l’inizio di tutte le guerre. Quando educheremo alla cooperazione e alla solidarietà reciproca, quel giorno allora educheremo alla Pace. »

Lapé pou ginye viv ansanm o viv ansanm pou ginye Lapé? Per meditare!

Daniel Minienpoullé, Presidente del Gruppo di Dialogo Interreligioso (GDIR)


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