“Yahya Sinwar è morto… e adesso?”

“Yahya Sinwar è morto… e adesso?”
“Yahya Sinwar è morto… e adesso?”
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FIGAROVOX/CRONACA – Per il nostro editorialista, finché il mondo dei media continua ad essere estremamente duro nei confronti di Israele e ad un paternalismo indulgente verso gli eccessi della parte araba della Palestina, ci sono poche possibilità che la situazione in Medio Oriente si stia evolvendo.

Gilles-William Goldnadel è un avvocato e saggista. Ogni settimana decifra le notizie per FigaroVox. Ha pubblicato Diario di guerra. È l’Occidente che stiamo assassinando (Fayard, 2024). È anche presidente di Avvocati Senza Frontiere.


Sinwar è morto. Riflessioni macabre dopo la morte del capo terrorista. E sconveniente per le menti convenzionali.

Il destino di Israele sembrava implacabilmente determinato. Anche se non ce lo siamo detti. Il popolo ebraico, sia nel suo Stato che fuori, sembrava riacquistare il suo antico status.

I suoi avversari potevano già sentire l’odore dei fumi. Non avrebbero certo sciolto l’abbraccio, loro che non lo avevano lasciato andare nel momento in cui sembrava invincibile.

Sinwar è morto quasi per caso. Può il suo destino modificare il corso di quello dello Stato di cui ha voluto la fine?

Lasciamo qui la metafisica e visitiamo alcuni degli attori della commedia che si svolge davanti al mondo e che relega in secondo piano molti drammi ben più sanguinosi.

Ma si scopre che lo Stato ebraico affascina. Sion secerne un’ossessione malata…

Dov’è Israele, pochi giorni dopo la morte del suo obiettivo principale? Tra speranze per gli ostaggi e divisioni anche dopo la grande carneficina.

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Il mondo vorrebbe che Israele considerasse già il dopoguerra e la creazione di uno Stato per gli arabi palestinesi, mentre sabato un drone degli Hezbollah filo-iraniani è riuscito ad avvicinarsi alla casa della famiglia del suo principale leader… Tra pochi giorni, l’Iran islamico, quasi nucleare, che ha giurato la sua distruzione, forse riceverà una visita…

Per quanto riguarda gli arabi palestinesi, ha dichiarato l’OLP, che dovrebbe essere il loro organismo più rappresentativo e moderato “piangi Sinwar”.

Fermiamoci un attimo su queste lacrime. La doxa mediatica più appropriata – e non necessariamente anti-israeliana – vorrebbe esortare Israele a fare spazio per il popolo arabo nel suo territorio angusto e già difficile da difendere. E l’autore di queste righe non era certo contrario al principio, non avendo la religione del settore.

Ma come per l’amore, per fare la pace bisogna essere in due.

Affermo che fino ad ora Israele, che ha fatto molti tentativi, non ha ancora trovato il partner accanto che ritenga che la Palestina non sia interamente araba e musulmana. Ecco perché tutta la Palestina politica piange il carnefice degli ebrei.

Finché il mondo dei media continua a mostrarsi con un senso critico di tagliente severità paterna nei confronti di Israele (che dovrebbe essere più intelligente?) ma con un paternalismo indulgente per gli eccessi della parte araba palestinese, perché vuoi che lei stia facendo uno sforzo su se stessa?

Lo straordinario silenzio della LFI la condanna ancor più delle sue ordinarie divagazioni antisemite.

Gilles-William Goldnadel

Diamo uno sguardo alle Nazioni Unite che sono diventate più un problema che una soluzione. La sua maggioranza automatica è diventata una macchina per condannare automaticamente Israele.

Passiamo al fatto che il suo Segretario Generale ha decretato persona non grata nello Stato ebraico poiché si è dimenticato di condannare l’Iran e Hezbollah dopo i loro attacchi.

Passiamo all’UNRWA, la cui complicità di alcuni suoi agenti con Hamas non è nemmeno più contestata.

Passiamo alla sua UNIFIL. Sotto una delle sue torri è stata identificata una gigantesca rete militare Hezbollah il JDD.

E concentriamoci per un momento sul Relatore Speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati. Anche lei è persona non grata in un certo luogo. Venerdì il Ministero degli Esteri francese è stato costretto a riflettere sulle sue ultime dichiarazioni “inaccettabile”, “antisemiti” e di chiedere sanzioni. Si scopre che questo rappresentante ufficiale dell’ONU ha ritenuto necessario paragonare lo Stato ebraico allo Stato nazista.

Ma succede anche che dal 7 ottobre io sia con grande attenzione il Relatore Speciale delle Nazioni Unite, abituato a questo tipo di dichiarazioni.

Soprattutto, si scopre che sarà stato citato abbondantemente e senza senno di poir Il mondo e il servizio pubblico radiotelevisivo per fornire una testimonianza imparziale della situazione in Medio Oriente. Perché vuoi che gli arabi palestinesi facciano uno sforzo di moderazione quando le Nazioni Unite e alcuni media sono più estremisti di loro?

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Non diremo una parola sulla Insoumise, poiché non avrà avuto qualcuno che accogliesse favorevolmente la punizione del fanatico islamico. Il suo straordinario silenzio la condanna ancor più delle sue solite divagazioni antisemite.

Concludo queste riflessioni, se non macabre almeno amare, con il nostro Presidente della Repubblica.

Tutto è stato detto, anche da noi qui, sulla natura erratica di queste analisi storiche. Ora, dopo essere stato attento a non smentirli per quasi una settimana, rimprovera la stampa per aver osato denunciarli. Potresti anche rompere il termometro per cercare di abbassare la febbre. Sotto la sua egida verrà presto organizzata una conferenza sul Libano. Possiamo immaginare in anticipo il suo rapporto con partner benevoli come l’Algeria e anche se avrà risparmiato Hezbollah e l’Iran dai mullah.

Non avrà lavorato contro l’antisemitismo, qui sta correndo in tutte le direzioni in modo insensato.

Dopo aver sciolto l’Assemblea, sembra volersi dissolvere nei propri pensieri. Non sparerò più all’ambulanza. Soprattutto in tempo di guerra, quando Giove ferito è in basso.

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