L’ultimo visore per realtà virtuale di Meta adotta un approccio interessante: ricicla buona parte dei componenti del suo fratello minore per abbassarne il prezzo e allo stesso tempo migliorarne la riparabilità.
Cosa c’è dentro il nuovissimo visore Meta Quest 3S VR? Un semplice Meta Quest 2 con i baffi finti, afferma iFixit. Il sito specializzato nello smontaggio e nella riparazione di dispositivi elettronici ha infatti effettuato il reverse engineering del gadget presentato da Meta all’inizio di ottobre e ha trovato sorprendenti somiglianze tra le due generazioni di dispositivi.
Il punto in comune più evidente è nelle lenti. Il Meta Quest 3S non utilizza lenti simili a quelle del Quest 2, ma piuttosto le stesse. Là “batteria ottica“, come spiega iFixit, è “Compatibile al 100%.» tra le due generazioni di dispositivi. Un modo per ridurre i costi evitando di avviare una nuova linea di produzione, migliorando al contempo la riparabilità del casco, poiché i pezzi di ricambio del Quest 2 sono quindi compatibili con il Quest 3S.
Riciclare e riutilizzare
Le somiglianze non si fermano qui. Come con Quest 2, il 3S utilizza lo stesso display LCD singolo per visualizzare i contenuti. Punto schermo dedicato a ciascun occhio Come per Meta Quest 3, anche qui l’idea è quella di risparmiare denaro scegliendo il più efficiente e il più semplice. L’unica differenza notata da iFixit tra il display del nuovo casco e quello del 2020 è nella disposizione dei sub-pixel.
Dato che entrambi i dispositivi utilizzano la stessa tecnologia e mostrano una risoluzione simile, è possibile che questa differenza dipenda solo dalle preferenze del produttore. Meta si avvarrebbe infatti di almeno 3 fornitori diversi per realizzare gli schermi dei suoi dispositivi. Ma al di là di questa microscopica differenza (letteralmente), i due display sembrano essere costruiti esattamente nello stesso modo. E anche in questo caso le parti di Quest 2 e Quest 3S sono completamente intercambiabili.
E le differenze?
Dove Meta fa davvero la differenza in termini di hardware è ovviamente a livello del processore Snapdragon XR 2 Gen 2, della RAM e delle fotocamere “passthrough” che consentono l’utilizzo delle cuffie in “realtà aumentata“, un po’ come il Vision Pro di Apple. Anche la batteria è stata migliorata, ma d’altro canto il Quest 3S purtroppo ignora la porta jack che il Quest 2 aveva mantenuto.
Per andare oltre
Le cuffie “Quest” di Meta ottengono un vantaggio significativo: (quasi) compatibilità con Android
Per dirla in altro modo, Quest 3S è molto più un successore di Quest 2 che una versione a basso costo di Quest 3. Semplicemente cambiando il cervello dell’auricolare e riutilizzando parti già disponibili, Meta è riuscita a costruire un dispositivo capace di’ offrire VR di qualità ad un prezzo ragionevole. Tutto questo rispettando (ragionevolmente) il pianeta grazie alla compatibilità dei pezzi di ricambio tra generazioni. Cosa potresti chiedere di più?