Yulia Navalnaïa vuole che Putin venga preso “prigioniero”

Yulia Navalnaïa vuole che Putin venga preso “prigioniero”
Yulia Navalnaïa vuole che Putin venga preso “prigioniero”
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In un’intervista rilasciata a Tempi della domenica Britannica, la vedova di Alexeï Navalny ha confidato che vorrebbe che Putin passasse”da una specie di zar russo a un normale prigioniero in Russia».

Lo ha detto domenica in un’intervista la vedova dell’avversario russo Alexeï Navalny, Yulia Navalnaïa Tempi della domenica Gli inglesi vogliono la caduta di Vladimir Putin finché non diventi un “prigioniero ordinario».

«Voglio che passi dall’essere una specie di zar russo a un normale prigioniero in Russia», lancia Ioulia Navalnaïa al settimanale, che pubblica questa intervista due giorni prima della pubblicazione postuma delle memorie del suo defunto marito.

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Assicurando di non odiare il presidente russo, spera ancora di vederlo in prigione”,come lo era suo marito“. L’avversario Alexeï Navalny, nemico giurato di Vladimir Putin, è morto in detenzione a febbraio in una prigione artica, in circostanze poco chiare.

Yulia Navalnaïa, 48 anni, è stata iscritta nel registro dei “terroristi ed estremisti» in Russia a luglio, poco dopo che era stato emesso un mandato d’arresto contro di lui per «partecipazione ad un gruppo estremista“. Vive fuori dal paese, giurando di mantenere viva la causa del suo defunto marito.

“Non abbandonerei mai la Russia”

Durante questa intervista, però, ha rivelato di non aver mai pensato di assumere la guida dell’opposizione russa in caso di morte del marito. “Penso che gli sarebbe piaciuto tenermi lontano da queste pericolose cose politiche». «Ma ti rendi conto che non hai scelta. Certo, potresti stare zitto. Ma non sono io. Non abbandonerei mai la Russia».

Lei, che vive in Germania da tanti anni, spiega di escludere un ritorno in Russia prima di avere la certezza”non essere detenuto in un aeroporto come Alexei“, riconoscendo che”nessuno lo sa» quando ciò potrebbe accadere.

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Riguardo alla decisione del marito di tornare in Russia nel gennaio 2021 nonostante i rischi, concretizzati da un arresto immediato, Yulia Navalnaïa “capivamo perfettamente che dovevamo combattere». «È la sua vita, è la sua scelta, sono le sue convinzioni. Persuadendolo a rimanere in esilio mi sarei sentito più colpevole».

La signora Navalnaïa dice anche che era “un po’ scettico» di fronte alla possibilità di uno scambio di prigionieri che avrebbe potuto riguardare suo marito prima della sua morte. “So come va quando negozi con Putin (…) Lui mente continuamente. Ecco perché non avrei mai creduto che sarebbe successo».

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