gli agricoltori hanno chiamato a mobilitarsi davanti all’Assemblea nazionale questo giovedì

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In occasione dell’inizio dell’esame del PLF 2025 da parte dei deputati, la Confederazione contadina chiede una mobilitazione davanti all’Assemblea nazionale questo giovedì 17 ottobre.

Piuttosto risparmiato dalla cura generale di austerità raccomandata dalla Legge Finanziaria (PLF) 2025, il settore agricolo non è tuttavia del tutto soddisfatto. Questo giovedì 17 ottobre, in occasione dell’inizio della revisione del bilancio, la Confederazione dei contadini ha previsto una mobilitazione davanti all’Assemblea nazionale, per chiedere in particolare il miglioramento della protezione sociale degli agricoltori.

L’inizio dell’incontro è previsto per le 15,30 e sarà caratterizzato in particolare dalle testimonianze degli “agricoltori sui temi della protezione sociale”, secondo il sindacato.

Una distribuzione più equa degli aiuti

Questa formazione non è la sola a esprimere qualche riserva rispetto al PLF 2025. Secondo le informazioni di La agricole, il Movimento per la difesa degli agricoltori familiari (Modef) ha, ad esempio, chiesto una “distribuzione più equa degli aiuti” pubblico”.

Deplora “la gestione parziale della crisi sanitaria nel settore dell’allevamento” e “l’assenza di volontà politica” […] per realizzare un’agricoltura sostenibile.

I sindacati di maggioranza, FNSEA e Giovani Agricoltori, si sono invece detti “soddisfatti” di questo bilancio. Secondo loro, si riprenderanno le loro “proposte sulla competitività”, l’aumento delle esenzioni dall’imposta fondiaria sulle proprietà non edificate (TFNB), il miglioramento della detrazione per il risparmio precauzionale e l’accumulo di esenzioni per i giovani agricoltori in testa.

Se l’insoddisfazione permane, è anche perché gli agricoltori chiedono, dallo scorso gennaio, “misure di semplificazione” amministrativa, che avrebbero un impatto concreto e diretto sulla loro attività. Per Arnaud Rousseau, presidente della FNSEA intervistato mercoledì al TF1, si tratta, ad esempio, dei controlli ritenuti troppo frequenti nelle aziende agricole, del calendario di spargimento del letame o anche del volume delle scorte.

Un “primo avvertimento”

Dopo la crisi agricola dello scorso inverno, il governo si è impegnato a stanziare più di un miliardo di euro in misure a favore del settore. Pertanto, il bilancio 2025 prevede in particolare l’abbandono dell’aumento della tassazione sul gasolio, la riduzione della base imponibile degli allevatori di bestiame e misure di incentivazione per il trasferimento delle aziende agricole.

All’inizio di ottobre, il primo ministro Michel Barnier ha anche annunciato una nuova dotazione di 75 milioni di euro per gli allevatori vittime del sierotipo 3 della febbre catarrale e ha promesso futuri “prestiti garantiti dallo Stato”.

Questo mercoledì, il Ministero dell’Agricoltura ha finalmente annunciato l’inizio del pagamento degli aiuti europei diretti, ovvero “più di 4,32 miliardi di euro” a più di 253.000 agricoltori. Di fronte alle “difficoltà di liquidità di molti agricoltori”, il ministro Annie Genevard ha aumentato il tasso di anticipo “al massimo consentito dalla normativa europea”.

Tuttavia, dalla fine di settembre si sono moltiplicate le piccole manifestazioni di ira degli agricoltori. Come se facessero eco agli inizi del movimento dell’anno scorso, i segnali stradali sono stati ancora una volta smantellati in Occitania e nell’Eure-et-Loire. Secondo la Young Farmers Union, ciò costituisce “un primo avvertimento” che potrebbe annunciare un nuovo inverno di rabbia agricola.

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