Ricordo mio nonno, un contadino della Vecchia Castiglia, che osservava attentamente i campi di grano o le vigne per valutare come andava l’anno e cosa ci si poteva aspettare dal raccolto o dalla vendemmia. Ricordo anche di averlo visto ammirare l’aspetto dei campi di altre regioni, stimandone la ricchezza.
L’auto, simbolo della prosperità spagnola?
Non ho potuto fare a meno di pensare a lui leggendo di recente un’analisi della situazione economica della Spagna, che seguiva più o meno lo stesso ragionamento, ma osservando i veicoli sulle strade. L’autore sottolinea che nel 2005 le auto con più di quindici anni rappresentavano il 4% del totale in Spagna, mentre nel 2024 rappresentano il 42%. Sembra che oggi il modello di auto più venduto in Spagna sia una Dacia, così come in Marocco, Moldavia, Romania, Bulgaria e Bosnia. Tuttavia, la maggior parte delle Dacia spagnole non sono nemmeno nuove. Infatti le auto spagnole non vengono più rottamate all’età di quindici anni, come avveniva due decenni fa, ma all’età di vent’anni.
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Raccogliamo ciò che seminiamo
Questo mi è sembrato un chiaro segnale di come le cose stanno cambiando, da una società agricola a una società industriale, da una comunità di produttori a un’altra di consumatori di oggetti, da un’economia primaria a un’economia secondaria o di servizi. Secondo il governo, le cose stanno andando molto bene per l’economia spagnola. Secondo questo attento osservatore del nostro parco automezzi, il prossimo raccolto contiene più motivi di preoccupazione che di soddisfazione. Non tutto fila liscio in Spagna, come dimostra il nostro traffico stradale.
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