Nicola Tonev
07:29, 15 ottobre 2024
Pechino continua a rivendicare Taiwan, mettendo pressione sull’intera regione. E mentre il Giappone ha espresso preoccupazione, la Cina promette che non rinuncerà mai alla conquista di Taiwan. Non ha esitato, nei giorni scorsi, a posizionare l’ammiraglia della sua flotta militare vicino alla costa taiwanese.
Lunedì a Taiwan, il Ministero della Difesa ha registrato 153 aerei cinesi in un solo giorno. La portaerei Liaoning si è così aggiunta ai cacciatorpediniere, alle fregate e ai 125 aerei da combattimento cinesi rilevati in un giorno vicino all’isola, un record e un segnale forte.
“È una sorta di prova generale, è davvero impressionante e sta diventando molto più concreta di quanto non sia mai stata”, spiega la sinologa Marie Holzman. “Stanno guardando ciò che questo comporta, come reagiscono i taiwanesi, quindi la minaccia è sempre più forte. Taiwan è una vera cittadella, non sarà una battaglia da poco se mai accadrà un giorno… Non vinceranno” Non entrare come il burro, questo è chiaro”, ha continuato.
L’esercito cinese non è pronto
Una situazione vivace dal 10 ottobre e questo richiamo del presidente taiwanese: la Repubblica Cinese, Taiwan, è nata nel 1911, ben prima della Repubblica Popolare Cinese, capitale Pechino, nel 1949. Una continuità storica tanto importante da evocare l’indipendenza .
“La posizione dei taiwanesi adesso è dire che siamo un paese che ha la sua legittimità come paese indipendente e che propone la cooperazione con la Cina, non alcun attaccamento”, ha ricordato Marie Holzman. “Questo è ciò che ha fatto arrabbiare Pechino”. Una rabbia che durerà a lungo. Lo stesso Xi Jinping ammette: il suo esercito non sarà pronto prima del 2025 e nemmeno del 2026 per passare dalle manovre alla realtà della guerra contro Taiwan.