Addormentato e poi impreciso, il Parigi rinsavito dal Borussia

Addormentato e poi impreciso, il Parigi rinsavito dal Borussia
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Dal nostro inviato speciale al Signal Iduna Park,

Il Paris Saint-Germain si considerava troppo bravo? Annunciato con un piede in finale dopo la qualificazione contro l’FC Barcelona, ​​il campione francese si è scontrato mercoledì sera (sconfitta per 1-0) contro il muro giallo del Dortmund, che questa stagione resterà imbattuto in casa in Champions League. Se il dado è lungi dall’essere tratto, dato che martedì prossimo resta la partita decisiva di ritorno al Parco dei Principi, gli uomini di Luis Enrique confermano la loro sfortunata propensione alla reazione. Eccoli costretti ancora una volta a invertire il punteggio, a 90 minuti dalla finale di Wembley.

Un primo periodo al contrario

Non potrebbe essere altrimenti. La brillante apertura di Niclas Füllkrug al 36′ è stata la prevedibile conclusione di un primo tempo traballante per il Paris Saint-Germain. Una giusta punizione per tutti i balbettii di Nuno Mendes, i luridi vagabondaggi di Fabian Ruiz (questa ripartenza in asse nei piedi di Brandt, mio ​​Dio…), i dribbling di troppi Dembélé, l’assenza di Mbappé, la lentezza collettivo e la febbrilità emotiva di Marquinhos. Il brasiliano ancora una volta ci ha omaggiato con un’esultanza di cui ha il segreto su una segnalazione di fuorigioco contro il Borussia (30esimo), dopo essere rimasto senza ossigeno per due minuti sotto l’effetto della pressione avversaria.

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Non una bella immagine quella restituita agli uomini di Edin Terzic, carichi di adrenalina e testosterone inviati dal muro giallo. Per ironia della sorte, è stato nell’unico esercizio in cui gli uomini di Luis Enrique si erano precedentemente dimostrati impeccabili – la gestione della linea difensiva da parte degli assi e le chiamate alle spalle – che sono stati puniti. Gigi Donnarumma, al quale il Paris doveva già la sopravvivenza a questo punto della partita, non è riuscito a compiere il miracolo. Tre parate decisive nell’intervallo, compresa una palla break per i tedeschi, grazie Italia.

Un aereo a reazione, una piroetta di noccioline

Il punteggio ma anche la forza dell’abitudine vietano qualsiasi catastrofismo nell’intervallo. I colloqui di Luis Enrique hanno dimostrato in passato che i suoi uomini non sarebbero tornati in campo con le stesse intenzioni. Se si esclude un grosso errore di Beraldo, entrato al posto di Lucas Hernandez (uscito per infortunio al 42esimo), i parigini hanno subito preso in mano la situazione nella ripresa. Sono addirittura andati vicini a spegnere una Südtribune stranamente meno infuocata quando Mbappé e poi Hakimi si sono scontrati con i montanti della loro squadra (51esimo). O quando Fabian Ruiz, su una brillante chiamata in area, ha mandato un colpo di testa in tuffo un po’ troppo a destra (55esimo).

Dopo una leggera tregua, è toccato a Ousmane Dembélé seminare – invano – discordia nella superficie gialla di una piccola, sottile apertura dei “Kyks”. A dieci minuti dalla fine “Dembouz” ha deciso ancora una volta di cimentarsi nel vino raccogliendo in superficie un’offerta di Hakimi. Anche Vitinha, l’uomo più in forma del momento, non è riuscito a fermare la sfortuna (81°). Quando non vuole…

Spero lo stesso

Vediamo il bicchiere mezzo pieno. Imprecisi, i giocatori di Luis Enrique sono riusciti a sopravvivere a contromosse che avrebbero potuto raffreddare i loro entusiasmi, con Füllkrug e Sancho, ancora una volta, nel ruolo di disgregatori. Ma la difesa, come il “copia e incolla” di Marquinhos a fine partita, non si è mai arresa.

Infine possiamo dire che pur giocando male, pur con Kolo Muani e Beraldo in campo, il Paris Saint-Germain ha creato una montagna di occasioni. È difficile immaginare che il Dortmund mostri la stessa resilienza al Parco dei Principi, tanto quanto immaginiamo un PSG molto più efficace in casa la prossima settimana. Infine, i superstiziosi potranno sempre dire che il ritardo di accensione ha funzionato abbastanza bene per loro nel giro precedente.

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